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Rembrandt Harmenszoon van Rijn Autoritratto con la sciarpa al collo, 1633 Acquaforte, mm 122x103 Pavia, Musei Civici, inv. St. Mal. 3532 Rembrandt. Incidere la luce. I capolavori della grafica in mostra a Trieste
7 luglio 2012 - Dopo il grande successo riscosso alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia la mostra "Rembrandt. Incidere la luce. I capolavori della grafica" è ospitata negli splendidi spazi delle Scuderie del Castello di Miramare a Trieste.

A Trieste dal 7 luglio al 7 ottobre 2012

Mercoledì 15 agosto aperta al pubblico con orario 10.00 -13.00 / 14.30 -18.30

Dopo il grande successo di pubblico e critica riscosso alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia la mostra "Rembrandt. Incidere la luce. I capolavori della grafica" sarà ospitata negli splendidi spazi delle Scuderie del Castello di Miramare a Trieste, dal 7 luglio al 7 ottobre 2012.Rembrandt Harmenszoon van Rijn Cristo guarisce gli infermi o La stampa da cento fiorini, 1649 ca. Acquaforte, puntasecca e bulino, mm 284x399 Pavia, Musei Civici,inv. St. Mal. 3557

L’iniziativa, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività culturali - Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici e Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia - in collaborazione con i Musei Civici di Pavia, è curata da Laura Aldovini e prodotta e organizzata da Alef-cultural project management. 

L’esposizione presenta la produzione grafica del grande artista olandese, Rembrandt Harmenszoon van Rijn (Leida, 1606 - Amsterdam, 1669), celebre pittore, ma anche e soprattutto geniale incisore che, attraverso una grande varietà di soggetti, una straordinaria perizia tecnica e un inconsueto uso della luce, ha realizzato circa trecento stampe di forte impatto emotivo. In mostra quaranta incisioni - tra autografe dell’artista e alcuni fogli di bottega - tutte provenienti dalla Collezione Malaspina, una delle raccolte di maggiore valore di tutto il territorio nazionale che conta oltre 5000 fogli di grande prestigio e che costituisce il nucleo fondante dei Musei Civici di Pavia. Il percorso espositivo presenta anche tre opere di Albrecht Dürer (1471-1528), al fine di mostrare l’influenza del celebre maestro tedesco su Rembrandt e affiancare due artisti che, seppure distanti cronologicamente e tecnicamente, sono da considerarsi i più grandi incisori di tutti i tempi.

Il visitatore può ammirare alcuni dei capolavori di Rembrandt tra cui una serie dei suoi famosi ritratti e autoritratti come il Ritratto di Jan Six (1647), l’Autoritratto con la sciarpa al collo (1633) o l’Autoritratto alla finestra (1648), prova di una forte capacità di introspezione psicologica, nonché le celeberrime scene sacre come La morte della Vergine (1639) o La stampa dei cento fiorini (1649 ca.) e anche esempi di opere rimaste ancora oggi enigmatiche nel loro significato, come quella conosciuta con il titolo Il Faust (1652 ca.).Rembrandt Harmenszoon van Rijn Autoritratto con la spada, 1634 Acquaforte, mm 123x100 Pavia, Musei Civici, inv. St. Mal. 3534

Dopo la mostra “Cranach, Tintoretto, Bernini” che nella scorsa stagione artistica ha presentato le opere della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Trieste al pubblico delle Scuderie del Castello Visconteo, prosegue quindi la collaborazione culturale tra i Musei Civici di Pavia e il Museo Storico del Castello di Miramare a Trieste che, in questa occasione, accoglierà le opere del Maestro olandese provenienti dalla collezione pavese. Un evento importante che contribuirà ad arricchire l'offerta culturale del Castello di Miramare e consentirà al pubblico di ammirare gli affascinanti spazi delle Scuderie progettate da Carl Junker, su incarico di Massimiliano d’Asburgo, e costruite tra il 1856 e il 1860.

BIOGRAFIA Rembrandt Harmenszoon van Rijn nasce il 15 luglio 1606 a Leida nei Paesi Bassi, ottavo figlio di nove fratelli. Nel 1620 si iscrive all’Università, ma ben presto abbandona gli studi per lavorare nella bottega del pittore Jacob van Swaneburgh. Dopo un breve apprendistato ad Amsterdam presso il pittore di storia Pieter Lastman, Rembrandt torna a Leida per aprire uno studio insieme al collega Jan Lievens. Nel 1629 dipinge Giuda rende i trenta denari, opera molto lodata da Constantijn Huygens, segretario del principe d’Orange Frederick Hendrick, che gli commissionerà in seguito la serie della Passione.

Nel 1631 conosce Hendrick Uylenburgh, pittore e mercante d’arte, di cui sposa la cugina Saskia con la quale si trasferisce ad Amsterdam. Rembrandt riceve da questo momento numerosi incarichi per la realizzazione di ritratti, ai quali affianca la produzione di dipinti di genere storico. Al successo negli affari si contrappongono diverse difficoltà personali: nel 1635 muore a soli due mesi il primogenito Rombertus, seguito dalla sorella Cornelia che muore nel 1638, a sole tre settimane di vita. Nel 1640 una seconda bambina, anch’essa di nome Cornelia, muore dopo neanche un mese di vita. Anche Saskia, l’amata moglie, muore prematuramente. Solo Tito, il quarto figlio nato nel 1941, riesce a raggiungere l’età adulta. Gertje Dircks viene assunta da Rembrandt come balia del piccolo Tito e con lei Rembrandt inizia una relazione turbolenta che si concluderà con una citazione in tribunale da parte di Gertje al pittore per una promessa di matrimonio non mantenuta. Il caso si risolverà con la chiusura di Gertje nel manicomio di Gouda.

Ai problemi di natura privata seguono quelli di natura finanziaria, conseguenti a speculazioni avventate nel collezionistico artistico. Nel 1654 dipinge uno dei suoi capolavori, il Ritratto di Jan Six. Nello stesso anno Hendrickje Stoffels, governante e nuova amante di Rembrandt, partorisce una figlia illegittima, Cornelia. Insieme al pittore è deferita alla Corte ecclesiastica con l’accusa di concubinaggio e punita con il divieto di accostarsi al sacramento della Comunione. Le finanze di Rembrandt precipitano e il maestro cerca di intestare la propria casa a Tito, presso la Camera degli orfani, per evitare che il patrimonio sia espropriato dai creditori. Ciò nonostante Rembrandt deve dichiarare fallimento e, nel 1657, tutti i suoi dipinti, disegni, stampe, oggetti d’arte e la sua casa vengono messi all’asta. Nel 1660 crea una società con il figlio e con Hendrickje Stoffels per un commercio d’arte; l’anno successivo viene incaricato della realizzazione di I sindaci dei drappieri e La congiura di Claudio Civile, decorazioni del palazzo comunale di nuova costruzione.

Gli ultimi anni della sua vita sono segnati da pesanti ristrettezze economiche e nuovi eventi drammatici: nel 1663 muore di peste la sua compagna Hendrickje e nel 1688 muore anche il figlio Tito. Nello stesso anno l’artista realizza il Ritorno del figliol prodigo e continua a dipingere fino agli ultimi giorni di vita. Muore il 4 ottobre del 1669 e viene sepolto in una tomba senza nome nella Westerkerk.

La location: IL CASTELLO DI MIRAMARE

Il Castello di Miramare e il suo Parco sorgono per volontà dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo che decide, attorno al 1855, di farsi costruire alla periferia di Trieste una residenza consona al proprio rango, affacciata sul mare e cinta da un esteso giardino. Affascinato dall’impervia bellezza del promontorio di Grignano, uno sperone carsico a dirupo sul mare, quasi privo di vegetazione, Massimiliano ne acquista vari lotti di terreno verso la fine del 1855. La posa della prima pietra del Castello avviene il 1° marzo 1856. Alla Vigilia del Natale del 1860 Massimiliano e la consorte, Carlotta del Belgio, prendono alloggio al pianoterra dell’edificio, che a quella data presenta gli esterni del tutto completati, mentre gli interni lo sono solo parzialmente, in quanto il primo piano è ancora in fase di allestimento. L’edificio, progettato dall’ingegnere austriaco Carl Junker, si presenta in stile eclettico come professato dalla moda architettonica dell’epoca: elementi tratti dai periodi gotico, medievale e rinascimentale, si combinano in una sorprendente fusione, trovando diversi riscontri nelle dimore che all’epoca i nobili si facevano costruire in paesaggi alpestri sulle rive di laghi e fiumi. Nel Castello di Miramare Massimiliano attua una sintesi perfetta tra natura e arte, profumi mediterranei e austere forme europee, ricreando uno scenario assolutamente unico grazie alla presenza del mare, che detta il colore azzurro delle tappezzerie del pianoterra del Castello, e ispira nomi e arredi di diversi ambienti. La realizzazione degli interni reca la firma degli artigiani Franz e Julius Hofmann: il pianoterra, destinato agli appartamenti privati di Massimiliano e Carlotta, ha un carattere intimo e familiare, il primo piano è invece quello di rappresentanza, riservato agli ospiti che non potevano non restare abbagliati dai sontuosi ornati istoriati di stemmi e dalle rosse tappezzerie con il simboli imperiali.

Rembrandt Harmenszoon van Rijn Autoritratto con la sciarpa al collo, 1633 Acquaforte, mm 122x103 Pavia, Musei Civici, inv. St. Mal. 3532Rembrandt Harmenszoon van Rijn “Faust” o lʼalchimista nel suo studio, 1652 ca. Acquaforte, puntasecca e bulino, mm 210x161 Pavia, Musei Civici, inv. St. Mal. 3573
 
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