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I Castelli di Lunigiana | |||||
Questi insediamenti, databili probabilmente a partire dall'884 sono purtroppo ruderi. Ma l'intervento pubblico e la volontà di privati hanno restituito in molti casi complessi di grande importanza e suggestione. |
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Castiglione del Terziere (da Licciana per Panicale) fu costruito fra il 1300 e il 1500. Il maschio quadrilatero risale al medioevo ed un robusto pilastro cilindrico sembra addirittura collocabile fra il VII ed il IX sec. Fra i suoi illustri abitatori anche Castruccio degli Antelminelli, proprietario il poeta Loris Jacopo Bononi. Esso è da anni aperto ad iniziative culturali di grande respiro, concerti di musica rinascimentale e convegni storici e letterari.
Sulla riva destra del Magra a Mulazzo le rovine del Castellaro con le importanti muraglie. Dalla sommità dell'antica torre (detta di Dante) a pianta esagonale alta fra i 25 e i 30 metri si dominavano fino alla fine del '700 la via per il Passo dei Casoni e la vallata. Castevoli: ricavato dall'ampliamento di una piccola fortezza, il castello fu trasformato nella seconda metà del XVI sec. in confortevole residenza per la ricca moglie Bianca Sicchi d'Aragona da Tommaso Malaspina, che dette anche sistemazione a tutto il borgo. Opera proseguita dal figlio Francesco e, ai giorni nostri, dal pittore Loris Nelson Ricci e dalla moglie Erika che ne hanno fatto la loro prestigiosa ed evocativa residenza. A questo castello è legata la leggenda di una rivolta guidata alla fine del'700 contro lo jus primae noctis: un giovane vestito da donna si sarebbe infilato nel letto del marchese uccidendolo con una coltellata per vendicare una sterminata serie di soprusi. Nella realtà la rivolta ci fu ma sarebbe stata determinata soprattutto dalle pesanti tasse imposte alla popolazione. Lusuolo: ammirato oggi per la posizione panoramica, ambito ieri per quella strategica, il castello subì sempre interessante attenzioni. Abbattuto nel 1449 dai genovesi al termine di un lungo assedio, ricostruito nel secolo successivo, fu venduto ai fiorentini e da questi trasformato nel XVII sec. in fortezza dotato di artiglierie. Dopo lunghi restauri esso si offre oggi ai visitatori - grande cortile interno col pozzo, balconate sul Magra - in uno splendore non appannato dal tempo. Villa di Tresana: un piccolo elegante castello recuperato dall'oblio da Amalia di Baviera, una vera principessa che ne curò amorevolmente il restauro insieme al conte Huberto Poletti Galimbeti. Merito della coppia aver dato la spinta per la rinascita dell'intero borgo, oggi una autentica oasi popolata in larga misura da stranieri, molti provenienti dal Belgio che qui hanno la comprensibile sensazione di vivere un'epoca fuori del tempo. Nella valle del Bagnone, non facile distinguere a Virgoletta il castello dalle costruzioni adiacenti, con le quali forma corpo quasi omogeneo. Matrice militare nel mastio quadrilatero (XII-XIII sec.) voluto dalla famiglia dei Corbellari, piccoli feudatari, probabile sviluppo imposto durante il dominio di Galeotto di Campofregoso che inizia nel 1449. Sotto i Malaspina il castello, arricchito di grandiosi saloni, prosperò. Il terremoto del 1920 ne compromise fortemente ambienti e stabilità dando origine a deludenti rimaneggiamenti; attualmente è in corso il restauro. Filetto: la fortezza bizantina munita di torri angolari è ancor oggi ben individuabile all'interno del borgo il quale subì nel 1399 una tremenda incursione ad opera delle truppe del Ducato di Milano. La ricostruzione fu ultimata nel 1568, un secolo dopo sorse il palazzo marchionale degli Ariberti. Malgrate: la torre, alta 25 metri, è del 1100, a fianco i resti del palazzo con mura dotate di una serie di feritorie a doppio sguancio per archi e balestre. Numerosi i passaggi di proprietà, dai Malaspina agli Ariberti al marchese Freganeschi, adesso, restaurato con fondi anche comunitari, è di proprietà pubblica. Treschietto: costruito fra la fine del '200 e l'inizio del XIV sec., dotato di mastio centrale e torre cilindrica fu residenza di Giovanni Malaspina detto Beretta. Le sue dimensioni sono intuibili dal fatto, documentato in una lettera alla Repubblica di Genova, ch'esso era capace di ospitare sei o settecento fanti. Villafranca (Malnido): in posizione strategica formidabile in prossimità del guado del Magra, il castello fu edificato dai Malaspina a partire dal 1100. La cinta muraria è del medioevo, altre fortificazioni visibili dalla parte opposta del borgo attigue alla chiesa di San Giovanni. Bagnone: la torre cilindrica risale al XIII-XIV sec. Con i Noceti lo strumento di guerra che l'intero complesso rappresentò, attraverso varie modifiche apportate a metà del '400, diventa soprattutto di difesa; numerosi i rimaneggiamenti subiti. Terrarossa: nella Valle del Taverone, costruito da Fabrizio Malaspina nel XVI-XVII sec. il castello ha un'impronta gentilizia, ma non trascura, attraverso solidi puntoni angolari, le necessità della difesa. Difficoltà economiche impedirono al pur accorto marchese di completare l'opera; oggi esso è perfettamente restaurato. Monti: costruito a partire dal 1000, proprietà degli Estensi, nel 1524 fu espugnato da Giovanni dalle Bande Nere che vi fece prigioniero lo stesso marchese Spinetta Malaspina. Nel 1638 aderì volontariamente al Granducato di Toscana. Costruito secondo i canoni classici del castello fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1920: conserva elementi originali nella porta che difendeva anche il sottostante borgo e tracce dell'antico ponte levatoio, biblioteca e sala d'armi con grande camino in pietra. L'attuale proprietario è il marchese Nicolò Malaspina.
Pontebosio: castello, oggi elegante villa di campagna; su base quadrangolare possiede quattro torri angolari con abbondanza di balconi e loggiati. Licciana Nardi: il castello è oggi considerato il bel palazzo di eleganti forme cinquecentesche che fronteggia la sede comunale; in antico fu ultimato da Obizzo Malaspina utilizzando le strutture della preesistente Rocca. Risalente al 1400 detiene elementi (le guardiole a base ottagonale con feritoie per armi da fuoco) che ne datano il completamento al XVIII sec. La bella sala è spesso adibita ad iniziative culturali. Bastia: risalente al XIII sec. subì in due fasi, nel 1416 e nel 1449, l'occupazione dei genovesi. Ludovico Ariosto, governatore della Garfagnana per il duca di Ferrara, dette notizia a quest'ultimo nel 1524 che il castello, ritenuto inespugnabile, era stato pccupato "dal signor Giovanni" (Giovanni de' Medici detto dalle Bande Nere). Nel maniero visse la marchesa Anna, moglie di Giovanni Malaspina, la cui leggendaria bellezza fu cantata da poeti come il Monti e il Frugoni. Molto ben conservato, è di proprietà di Lodovico Formentini. Comano: la torre cilindrica coronata da beccatelli in arenaria testimonia epoche remote. Il vecchio castello ripristinato in alcuni elementi sarà presto visitabile. Quello che è considerato il nodo di Aulla consta oltre che dei resti del castello omonimo nel centro città, di numerosi insediamenti. Bibola: edificato in tempi diversi ma in alcune parti prima del 1000 fu conteso dai vescovi di Luni ed i Malaspina; nel 1543 fu ceduto al genovese Adamo Centurione. Struttura semplice, le sue torri poggiano su un impianto quadrilatero. Caprigliola: entro la cinta muraria fatta costruire dai Medici a metà del '500 che ne accoglie all'interno un'altra più antica, la possente torre cilindrica, probabilmente del X-Xi sec., e quant'altro le sta intorno, a chi l'osservi dal basso, danno la sensazione solenne di una nave, specialmente quando il paese è illuminato in occasione della festività di Maria, secondo fine settimana di settembre. Dopo gli Obertenghi vi si installarono i Lucchesi, poi Castruccio Castracani, quindi, dal 1404, i fiorentini. Bigliolo: prime notizie nel 1181 restano del maniero tronchi di torrioni e ruderi significativi. Qui nel 1532 la conquista cruenta ad opera di Giovanni dalle Bande Nere, registrò, per la resistenza prestata, stragi ed atrocità.
Olivola: sorto nel XII sec., il castello quadrangolare con grandi torrioni, divenne anche residenza dei Malaspina nel 1275. Fra i maggiori, per dimensioni, della Lunigiana, giunse quasi integro fino al 1920 quando il terremoto lo rese malconcio. Aulla: la fortezza della Brunella (nella foto sopra) è un possente baluardo rinascimentale d'incerta committenza (fra i presunti promotori l'immancabile Giovanni de' Medici). Le mirabili caratteristiche architettoniche del grande manufatto quadrangolare, i bastioni che le resero vitale fino al 1700, hanno fatto pensare al Sangallo; se non lui, ai progetti ed all'esecuzione provvidero certamente architetti della sua scuola. Acquistata dalla famiglia inglese Waterfield che la restaurò abitandola fino al 1960, messa all'asta, la fortezza è adesso proprietà pubblica e sede del Museo di storia naturale.
Podenzana: sorto dopo poco il Mille il castello fu contesto fin dal secolo successivo dai Malaspina e dai vescovi di Luni: una lunga storia. Acquistato nel 1954 da Giuseppe Morandi, esso si presenta solenne nella sua facciata con l'ingresso principale sormontato da stemma nobiliare, possiede ampie sale, cappella decorata e sala d'arme. La Valle dell'Aulella e del Rosaro è particolarmente ricca di insediamenti.
Gragnola: costruito nel XII sec. fu trasformato in residenza signorile nel '600. Un potentissimo mastio centrale che ben giustifica il nome di Castel dell'Aquila, un castello ancora più dello dopo il recente restauro di Gabriella Faverio. La torre di Viano, isolata e maestosa; Codiponte, borgo già dei Bianchi d'Erberia, poi dei Malaspina e quindi dei fiorentini. Una leggenda volle che il malvagio marchese dopo il diffusojus primae noctis facesse gettare in un profondissimo pozzo le fanciulle violate. Malvagio o con qualche cosa da nascondere? Casola ha nella torre il suo simbolo più prestigioso. Di epoca lucchese (XIV sec.) faceva parte di un sistema fortificato alimentato in epoche diverse da ben tre cinte murarie. La sua funzione militare decadde allorchè, nel '700, fu abbellita e trasformata nel campanile della chiesa di S. Felicta, ma la precarietà dell'insieme fu risolta appena in tempo perchè a ristabilire la verità non provvedesse il terremoto del 1920. Testi ed immagini pubblicati per gentile concessione dell'Agenzia per il Turismo di Massa-Carrara | |
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