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Stromboli | |||||
Dagli abissi del mare la mole dello Stromboli, dalle pendici slanciate, si staglia vigorosamente in un cielo di zaffiro. Sulle falde orientali, coperte da un manto di verde, spiccano tipiche casette bianche... |
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........ alcune, disposte lungo spiagge nere come l'ebano o presso scogli lavici, offrono strani contrasti di tinte. Altre case sono appollaiate attorno alle chiese o si celano tra uliveti centenari. Altre infine si inerpicano sulle pendici scoscese del monte; solo per lo più diroccate e un tempo offrirono rifugio agli abitanti vittime delle scorrerie notturne dei pirati saraceni. Nella terrazza craterica si osservano delle bocche eruttive il cui numero varia continuamente. L'attività di queste consiste nel lancio di brandelli di lava e di scorie incandescenti, accompagnate da esplosioni più o meno violente, da emissioni di vapori e da effluvi lavici.Spesso le varie bocche sono attive contemporaneamente in forma diversa, ma la manifestazione del vulcano consiste nell'attività moderata di lancio di scorie coeve che specialmente di notte offrono uno spettacolo indimenticabile. Questa attività moderata, a volte, viene interrotta da brevi ma violente fasi esplosive che talvolta si concludono con effusione di magma che si riversa lungo il pendio della Sciara del Fuoco. Le più notevoli eruzioni sono quelle degli anni 1891, 1907, 1915, 1919, 1930 una delle più disastrose; 1936, 1954, 1955, 1956, 1959 e 1966. Il 28 febbraio 1955 è stata registrata un'eruzione interessante: si è trattato di un evidente efflusso laterale che apparve al livello o poco al di sotto del livello del mare, nella Sciara del Fuoco. Le colate laviche non presentano alcun pericolo per gli abitanti dell'isola poiché esse defluiscono lungo la Sciara del Fuoco, non potendo deviare in altre zone per l'esistenza dei fili che la limitano. Molti autori, in passato, hanno sostenuto che lo Stromboli non ha mai dato luogo a effluvi lavici e lo hanno descritto come un vulcano ad attività esclusivamente esplosiva, tanto che, da esso, ha preso nome nella terminologia vulcanica, quella particolare attività detta appunto “stromboliana”. Le registrazioni dell'attività effusiva confermano però che l'attività di questo vulcano non ha unicamente carattere esplosivo ma è anche effusiva con efflussi lavici che a volte durano a lungo.Se si effettua il periplo dell'isola dal vasto lido di Scari, si presenta allo sguardo la zona di punta Lena dove si notano case bianche, tra alte palme che conferiscono al paesaggio un'impronta araba. Al centro sorge un vecchio stabilimento sormontato da un alto camino: il solo che si profili nel cielo dell'isola. Procedendo verso Nord, doppiata punta Lena, si costeggia un lido addossato a una parete di tufo, dopo la quale si apre la spiaggia centrale dell'isola, detta Ficogrande, dove approdano i piroscafi che collegano Stromboli con la Sicilia e la Campania. Questa spiaggia, come pure quella di Scari, fino alla prima guerra mondiale, ospitava grossi velieri che rendevano la marina mercantile di Stromboli la più importante dell'arcipelago eoliano.Continuando il giro di circumnavigazione si profilano alte pareti rocciose che si avanzano decisamente nel mare. Doppiate queste si schiude, all'occhio meravigliato, la grandiosa visione della Sciara del Fuoco, ripido e ampio pendio solcato da torrenti di lava, che fluiscono verso il mare e percorso da enormi blocchi incandescenti, che rotolano a valle tra un turbinio di dense volute di vapore e folate di cenere. In cima alla Sciara, a 700 metri di quota, si osserva l'apparato eruttivo, che si apre, profondamente incassato, tra giganteschi dicchi e imponenti masse di conglomerato vulcanico spesso avvolti da caligine e bersagliati dal materiale rovente lanciato dalle bocche eruttive. Lo spettacolo che offre la Sciara assume particolare interesse nelle ore notturne: le colate sembrano allora fantastici torrenti di fuoco. A Nord-Ovest un promontorio divide la Sciara del Fuoco dalla borgata di Ginostra, che si adagia in un vasto anfiteatro con le sue casette costruite su rocciosi orlati di agavi o ingolfate tra fichi d'India e oliveti. Si accede alla borgata attraverso gli scali di Lazzaro e di Pertuso, il più importante. Un insediamento è stato identificato sul timpone di Ginostra: appartiene alla cultura di capo Graziano (XIX - XV secolo a.C.).Dopo Ginostra si susseguono costoni di roccia alternati da frane di massi e profondi canaloni sabbiosi che, dalla vetta del monte, scendono ripidamente fino al mare. A questo scenario grandioso, ma selvaggio e sterile, contrasta quello che segue costituito da una zona pianeggiante denominata Lena. Tra il verde diffuso delle ginestre, dei fichi d'India e degli ulivi occhieggiano, qua e là, poche e minuscole case di forma cubica. L'abitato di Stromboli, fino alla prima metà del secolo scorso, si estendeva in prossimità del mare, lungo le spiagge di Scari, Ficogrande e la scogliera di Piscità. Oggi la zona centrale del paese si adagia più a monte: le case sono per lo più basse, ma belle nella loro semplicità.In netto contrasto con le umili case troneggiano, con superbi campanili e cupole, le due chiese, a tre navate, di San Vincenzo Ferreri e di San Bartolomeo. Sulla piazza prospiciente la chiesa di San Vincenzo Ferreri, fino a pochi anni or sono, si innalzava, su di un plinto in muratura, una colossale croce di legno. Era stata eretta il 22 agosto del 1902 da nobili francesi che, diretti in pellegrinaggio in Terra Santa, si erano soffermati nell'isola. Tale sosta, successivamente, si ripeteva ogni anno e la maggior parte dei pellegrini effettuava l'interessante escursione alla zona craterica e alla vetta del monte, mete che hanno sempre costituito l'attrattiva maggiore di Stromboli.Nel 1975, durante l'esecuzione dei lavori di sbancamento della strada litoranea che collega lo scalo di Ficogrande con quello di Scari, è stata scoperta una necropoli greca con tempo della fine del IV e dei primi decenni del III secolo a.C. Era il copioso materiale venuto in luce, meritano particolare menzione alcuni vasetti di corredo, di pregevole fattura, e terracotte teatrali, in cui si riconoscono personaggi delle commedie di Menandro.
Una gita a Stromboli L'escursione non è particolarmente difficile anche se piuttosto intensa (occorrono circa tre ore per salire fin lassù). E' però necessario prendere accordi con una guida professionista se non si vuole andare Superfluo, a questo punto, fornire le indicazioni sul sentiero da scegliere. Va aggiunto, piuttosto, che l'escursione classica prevede la partenza nel pomeriggio in modo da essere su poco prima del tramonto e godersi il suggestivo cambio di luce. Il rientro, agevole, è previsto col buio e richiede naturalmente l'ausilio di una buona torcia elettrica. La discesa non richiede più di un'ora e mezza. Si può anche concordare, ed è un'esperienza molto interessante purchè le condizioni lo consentano, di trascorrere la notte sulla vetta per affrontare la discesa con le prime luci dell'alba. In tal caso il ritorno prevede la discesa lungo la Forgia Vecchia fino al mare. Chi vuole potrà chiamare non già un taxi ma una barca per il ritorno al porticciolo di Scari. Lo spuntone roccioso di Strombolicchio che emerge a un chilometro e mezzo dalla costa, invita ad una gita in barca. Circumnavigare l'isolotto offre un susseguirsi di momenti paesaggistici di notevole interesse, disegnato da pareti scoscese, anfratti, porti minuscoli in cui è bello entrare, approdare, per poi risalire la ripida scalinata fino all'abitato: alcune case, seminate là dove il terreno lo consente, in E' possibile effettuare escursioni subacquee, principalmente nei fondali di punta dell'Omo, nei fondali coralliferi attorno Strombolicchio e lungo la Sciara del Fuoco.
Ringraziamo SAGEP Libri & Comunicazione S.r.l. di Genova per aver gentilmente concesso la pubblicazione dei testi dell'opuscolo "ISOLE EOLIE" e l'AAST Eolie per la pubblicazione di testi ed immagini | |
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