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Cavallo di Bronzo, piazza San Carlo - Torino Storia di Torino
Da un piccolo insediamento lungo le rive del Po di alcune tribù di stripe celto-ligure, a capitale del Regno d'Italia dal 1861 al 1865 ed in seguito da protagonista della rivoluzione industriale cruciale centro manifatturiero italiano
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Nel III secolo a.C. lungo le rive del Po si insediarono alcune tribù taurine (di stirpe celto-ligure) ed il loro insediamento venne chiamato “Taurasia”.
Durante il periodo della massima espansione romana, la città venne inglobata all'Impero Romano con il nome di Augusta Taurinorum, divenne una vera e propria postazione militare e prese il caratteristico impianto urbanistico a scacchiera, mantenuto sino ai giorni nostri.
Con la caduta dell'Impero Romano, Torino fu assoggettata dai Goti, dai Longobardi ed infine, tramite l'occupazione da parte delle truppe di Carlomagno nel 773, dai Franchi.
Nei secoli successivi Torino divenne una vasta contea soggetta al regime feudale, e sino alla metà del X secolo, i suoi più importanti feudatari furono Arduino il Glabro e i suoi discendenti. La dinastia Arduinica regnò per quattro generazioni fino alla contessa Adelaide, una donna molto abile e saggia che si unì in matrimonio con Oddone di Savoia (figlio di Umberto I Biancamano, primo componente della famiglia Savoia), consentendo l’aggregazione del Piemonte alla Casa Reale dei Savoia.
Alla morte di Adelaide si scatenarono le lotte su chi dovesse governare la zona, fra i signori locali ed i Savoia, che erano visti come stranieri.
Nonostante le forze comunali avessero ottenuto l'appoggio degli imperatori, la presa del potere da parte dei Savoia venne solo ritardata: nel 1280 Tommaso II di Savoia ottenne la città in feudo da Federico II, il quale non potè far altro che riconoscere la nuova autorità.
Nella prima metà del Cinquecento, a seguito di un periodo di declino della casata dei Savoia, Torino venne occupata dalle truppe francesi di Francesco I.
Nel 1563, a seguito del trattato di Cateau-Cambrésis (del 1559), Emanuele Filiberto, trasferisce da Chambery a Torino la capitale dei propri domini e, a difesa della città, nel . 1566, su progetto di Francesco Paciotto, viene inaugurata la Cittadella pentagonale (di cui ora rimane solo il Mastio). Alla fine del secolo, Carlo Emanuele I affida all'ingegnere Ascanio Vitozzi una ristrutturazione globale della città, nasce così il Palazzo Ducale (dove ora sorge quello Reale), piazza Castello ed una “vigna” sulla collina (ora Villa della Regina). In questo periodo vengono compiute numerose altre opere: il Castello del Valentino viene ampliato da Cristiana di Francia; Amedeo di Castellamonte costruisce la Reggia di Venaria Reale; Guarini costruisce la Chiesa di San Lorenzo e la facciata di Palazzo Carignano; Juvarra costruisce la Basilica di Superga e completa la Reggia di Venaria Reale. Nel 1756 Benedetto Alfieri ristruttura il cuore della città: piazza Palazzo di Città.
All'inizio del XVIII secolo, durante le guerre per la successione spagnola, Torino fu al centro di un lungo assedio da parte dell'esercito francese, assedio che si concluse con la vittoria di Eugenio di Savoia sui francesi (nel 1706).
Dopo questa vittoria, con il successivo Trattato di Utrecht (1713) il Ducato diventa Regno e nei decenni successivi si consolida il potere sabaudo.
Nel 1798, a causa dell'arrivo dei francesi di Napoleone, Carlo Emanuele IV di Savoia è costretto ad abdicare e lasciare la città. Napoleone fa subito smantellare l'apparato difensivo (tranne la Cittadella) ma, con l'arrivo del congresso di Vienna, l'imperatore cade e, nel 1814 a Torino tornano i Savoia con Vittorio Emanuele I.
Nel 1818, su progetto di Ferdinando Bonsignore, inizia la costruzione della Chiesa della Gran Madre di Dio e della piazza che dovrà ospitarla; negli stessi anni nasce la Pinacoteca dell'Accademia Albertina e l'attuale piazza della Repubblica.
Con l'avvento del Risorgimento, nel 1848 Carlo Alberto, dopo aver perso la prima guerra d'indipendenza contro l'Austria, concede lo Statuto Albertino ed in seguito abdica per il figlio Vittorio Emanuele II. Vittorio Emanuele dichiara guerra all’Austria e vince: nel 1861 diventa il primo re d’Italia e Torino diventa capitale del regno. Dal 1860 al 1867 Alessandro Mazzucchetti e Carlo Ceppi realizzano la stazione di Porta Nuova.
Torino fu capitale del Regno d'Italia dal 1861 al 1865, ruolo che passò poi per un breve periodo a Firenze ed infine, stabilmente, a Roma nel 1870: dopo la perdita del ruolo centrale di capitale, Torino si concentra sull'industria.
A testimonianza della grande apertura culturale della città, nel 1851 nasce il tempio valdese e nel 1884 la Sinagoga firmata dall'architetto Petiti; in piazza San Carlo e al Valentino viene sperimentata l'illuminazione elettrica e, nel 1862, l'architetto Antonelli inizia a lavorare a quello che, in seguito, sarebbe diventato il simbolo della città: la Mole.  La Mole, che sarebbe divenuta il più alto edificio in muratura del mondo, avrebbe dovuto essere il tempio israelitico, ma poi venne acquistato dalla Municipalità.


Nel 1873, su progetto dell'ingegnere Carrera, nasce la Galleria Subalpina (a collegamento tra piazza Castello e piazza Carlo Alberto) e nel 1884 sorge il Borgo Medievale (all'interno del parco del Valentino).
Con l'inizio del XX secolo si aprì per Torino un'intensa fase di sviluppo economico: nel 1899 fu fondata la FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino) una delle più importanti industrie automobilistiche italiane.
Nel 1915 nasce il Lingotto, il grande moderno stabilimento voluto da Giovanni Agnelli; la struttura, inaugurata nel 1923, presentava un'innovativa idea: sul tetto era stata posizionata una pista di prova per le automobili, grazie a questa particolarità, il Lingotto meritò i complimento di Le Corbusier. La fabbrica, inutilizzata a partire dal 1982, venne ristrutturata negli anni Novanta da Renzo Piano che la trasformò in un imponente spazio espositivo.
Nel 1919 vennero fondati i Fasci torinesi e nel 1922 (anno in cui venne bruciata la sede della rivista di Antonio Gramsci “Ordine Nuovo”), Mussolini prende il potere.
Prima e durante la seconda guerra mondiale Torino divenne un centro nevralgico delle prime lotte sociali e dell'opposizione al fascismo: nel 1943 fu al centro di un grande sciopero operaio, che si estese ad altre città e contribuì ad affrettare le caduta del regime.
A causa della presenza di molte industrie pesanti (armamenti, veicoli, ma anche fonderie), subì pesanti bombardamenti e distruzioni, ma dopo la seconda guerra mondiale conobbe un ulteriore intenso sviluppo industriale.

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