Vulcano - AAST Isole Eolie Vulcano
La caratteristica peculiare di Vulcano è l'altopiano, il più vasto delle Eolie, formato da lava, tufo, depositi quaternari e solcato da profondi valloni. L'altopiano è circondato da colline ondulate e nude, che digradano verso il mare.
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L'isola di Vulcano

Vulcano, l'antica Hierà (sacra), Thermessa o Terasia, è un'isola molto interessante per i suoi svariati fenomeni vulcanici e post-vulcanici.
Il giro di circumnavigazione di Vulcano è un susseguirsi di fantastiche visioni famose per varietà e bellezza di scenari. Nell'isola di Vulcano si distinguono tre unità morfologiche: la prima, a Sud, è costituita da numerosi strati vulcani (monte Aria, 500 metri, monte Saraceno, 481 metri e monte Luccia, 188 metri) e dalla grande depressione, a forma di ferro di cavallo slabbrato verso Nord-Ovest, di Vulcano Piano (330 metri); la seconda al centro, costituita dalla Caldera di Vulcano la cui parte centrale costituisce il cratere di Vulcano Fossa. Questo è fortemente inciso da barranchi e costituito da due crateri, la Fossa I e, 400 metri a Sud-Ovest dal primo, l'attuale cratere Fossa II; ha un diametro di circa 500 metri, una profondità di 200 metri e ha dato luogo ad eruzioni storicamente conosciute, caratterizzate da attività prevalentemente esplosiva e da numerose colate di lava, una delle quali, la famosa colata di ossidiana di Pietre Cotte, si espande lungo il fianco Nord-Ovest in prossimità di due crateri avventizi di Forgia Vecchia superiore ed inferiore.

La terza unità è costituita da Vulcanello (123 metri) con i suoi tre crateri allineati in direzione Nord-Est/Sud-Ovest. Questo piccolo apparato ha emesso numerose colate di lava che costituiscono la piattaforma di Vulcanello e punta del Roveto. Vulcanello è congiunto a Vulcano da un sottile istmo, un metro circa al di sopra del livello del mare, sommerso dalle acque in condizioni meteorologiche particolarmente avverse.

L'attività eruttiva del cratere della Fossa fu intensa, con intermittenze più o meno lunghe, sin dai primordi dell'epoca storica; Tucidide verso la fine del V secolo a.C ci fornisce le prime notizie. Nella seconda metà del IV secolo a.C sembra che questo vulcano abbia dato luogo ad un'intensa attività esplosiva e, nei secoli successivi, numerose sono state le eruzioni di cui abbiamo notizia. Attività eruttive con carattere esplosivo si verificarono nel 43 a.C ed in seguito negli anni 1444, 1550, 1626, 1727-1739, 1771-1786, 1812-1831, 1873-1879, 1886-1890.

Nel 1771 si ebbe una notevole attività durante la quale venne emessa la colata di ossidiana riolitica della Pietre Cotte, che si osserva sul versante nord-ovest. 
Il più recente periodo di attività ebbe inizio il 3 agosto 1888 e cessò il 22 marzo 1890. Durante questa fase eruttiva avvenne una emissione di materiale antico e coevo di grandi dimensioni e lancio di proietti che vennero denominati bombe a “crosta di pane”. Da tale epoca Vulcano è rimasto in fase fumarolica limitata al cono della Fossa e all'interno del suo cratere.

Dal 1913 al 1923, dalle fumarole della parte esterna del cono avvennero quattro abbondanti emissioni di zolfo liquido. 
Presso i faraglioni del Porto di Levante si riscontra un'altra zona fumarolica, tra gli avanzi di un antico edificio vulcanico, in massima parte smantellato. 
Nel 1915, sul contorno d'una colata lavica a Lentia, si erano formate altre fumarole che ebbero vita effimera. Anche nei tre imbuti craterici di Vulcanello, fino al secolo scorso, si manifestò un'attività solfatarica, oggi del tutto estinta.

Nella zona fumarolica del Porto di Levante si verificarono interessanti fenomeni: in alcuni tratti il terreno è ricoperto da uno strato silico-gessoso fratturato da sottili spiragli. Nel punto d'intersezione s'innalzano piccoli coni dal vertice dei quali i gas escono sibilando. In quei paraggi è una distesa acquitrinosa dove spesso il fango viene lanciato in alto da gas che si sprigionano con irruenza.   
Nei mesi estivi il suolo si riveste di una bella e varia colorazione: si tratta di efflorescenze (sublimazioni fumaroliche) a solfato di ferro e di alluminio trasudate dal terreno, tali formazioni scompaiono con le precipitazioni.  
Attorno ai faraglioni e dinanzi alla spiaggia si verifica il tipico fenomeno del gorgoglio dell'acqua provocato dalle fumarole submarine. Sul fondo si scorgono depositi di zolfo colloidale sotto forma di esili filamenti fioccosi, che conferiscono al mare un aspetto lattiginoso. Il gas, erompendo, genera sulla superficie marina innumerevoli bolle. Il fenomeno si può osservare molto bene dall'alto dei faraglioni, quando il mare è calmo.

All'inizio del secolo scorso, il generale borbonico Nunziante creò a Vulcano l'industria per l'estrazione dello zolfo e dell'allume con buona attrezzatura di strade e di fabbriche. Nella seconda metà del secolo, lo scozzese Stevenson acquistò tutta l'isola e continuò l'opera del suo predecessore con criteri razionali. Una mulattiera si spingeva dentro la grande voragine craterica, dove vennero anche costruiti ricoveri in muratura per gli operai. L'ultima formidabile esplosione lanciò tutto per aria.

Presso il porto sgorga una sorgente termale chiamata Acqua di Bagno: cospicuo è il potere terapeutico di queste acque.

 

Vulcanello

Se è vero che è difficile trovare altrove una simile concentrazione di vulcani come nelle isole Eolie, va detto subito che interessantissima espressione di questa realtà è costituita dalla minuscola penisola di Vulcanello, impraticabile sotto il profilo insediativo e turistico ma tutto da scoprire sotto l'aspetto vulcanologico e geologico, non a caso al centro di importanti ed approfonditi studi. Questa piccola penisola formata da tre crateri, emerse dalle acque nel 183 a.C. L'erosione avvenuta sul lato orientale consente di farsi un'idea concreta della costituzione di un cono vulcanico. L'isola di Vulcano è costantemente monitorata dall'Istituto di Vulcanologia di Catania e dal C.N.R: è necessario rilevare non solo la temperatura del fondo del cratere e le fumarole, ma pure le deformazioni del suolo ed i suoi movimenti. In ogni caso è stato predisposto da parte della protezione civile un piano di tempestiva evacuazione dell'isola nell'ipotesi di imminente eruzione. La via di fuga, ovviamente, sarebbe in tal caso rappresentata dal mare.

Le spiagge

Le spiagge di Levante e del porto di Ponente sono entrambe conseguenze della formazione di Vulcanello. La seconda è la più rinomata e frequentata. A determinare il fascino di questi paesaggi è non solo la sabbia, sempre finissima e di insolito colore nero, ma anche lo scenario paesaggistico contornato da un mare pulito ed azzurrissimo.

Non lontano dalle spiagge, più precisamente a sud di quella di Ponente, si trovano le cale dette del Formaggio e del Mastro Minico. Non è necessario raggiungerle via mare: bastano quattro passi per potersi accomodare in questi lembi cosparsi di ciottoli incastonati fra verde e mare. 
Lo scenario paesaggistico più suggestivo, però, è offerto dal tratto costiero che si estende, sempre dalla spiaggia di Ponente, fino a capo Secco. A determinare il fascino di questa zona è il fantasioso disegno costiero, tracciato da promontori e calette. La grotta più spettacolare, e visitabile in barca, è quella del Cavallo, ubicata oltre il promontorio di Testa Grossa.

 

Grotte sotto il mare

Riservate ai sub, le grotte dell'isola di Vulcano sotto la superficie marina, rivestono indubbia suggestione. In particolare è il tratto di costa nord-occidentale a rivelare anfratti e cavità di notevole interesse. I fotografi subacquei bene conoscono ed apprezzano la parete di capo Grosso, tana di numerosi pesci, custode di colonie di coralli arancioni, di spugne e di una ricca quanto variegata flora. Se capo Grosso offre una miriade di piccole cavità, sotto capo Testa Grossa si trova un'unica grotta. Qui non sono flora e fauna a farla da padrone: la suggestione è data dagli effetti luminosi provocati da una fessura laterale. La grotta più ampia si trova tuttavia all'altezza dello scoglio Quaglietto: un mondo alto dieci metri, largo tre e profondo venti, funge da tana a branchi di gamberetti. L'altarino con la Madonna, posto all'imbocco della grotta, è meta di numerose escursioni subacquee. Spostandosi sotto la costa di Levante, merita attenzione la parete della Sirenetta, ricca di tante piccole grotte dal fondo giallastro, a indicare la cospicua presenza di zolfo.

 

Ringraziamo SAGEP Libri & Comunicazione S.r.l. di Genova per aver gentilmente concesso la pubblicazione dei testi dell'opuscolo "ISOLE EOLIE" e l'AAST Eolie per la pubblicazione di testi ed immagini

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