Vulcano | |
La caratteristica peculiare di Vulcano è l'altopiano, il più vasto delle Eolie, formato da lava, tufo, depositi quaternari e solcato da profondi valloni. L'altopiano è circondato da colline ondulate e nude, che digradano verso il mare. |
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Vulcano, l'antica Hierà (sacra), Thermessa o Terasia, è un'isola molto interessante per i suoi svariati fenomeni vulcanici e post-vulcanici. La terza unità è costituita da Vulcanello (123 metri) con i suoi tre crateri allineati in direzione Nord-Est/Sud-Ovest. Questo piccolo apparato ha emesso numerose colate di lava che costituiscono la piattaforma di Vulcanello e punta del Roveto. Vulcanello è congiunto a Vulcano da un sottile istmo, un metro circa al di sopra del livello del mare, sommerso dalle acque in condizioni meteorologiche particolarmente avverse. L'attività eruttiva del cratere della Fossa fu intensa, con intermittenze più o meno lunghe, sin dai primordi dell'epoca storica; Tucidide verso la fine del V secolo a.C ci fornisce le prime notizie. Nella seconda metà del IV secolo a.C sembra che questo vulcano abbia dato luogo ad un'intensa attività esplosiva e, nei secoli successivi, numerose sono state le eruzioni di cui abbiamo notizia. Attività eruttive con carattere esplosivo si verificarono nel 43 a.C ed in seguito negli anni 1444, 1550, 1626, 1727-1739, 1771-1786, 1812-1831, 1873-1879, 1886-1890. Nel 1771 si ebbe una notevole attività durante la quale venne emessa la colata di ossidiana riolitica della Pietre Cotte, che si osserva sul versante nord-ovest. Dal 1913 al 1923, dalle fumarole della parte esterna del cono avvennero quattro abbondanti emissioni di zolfo liquido. Nella zona fumarolica del Porto di Levante si verificarono interessanti fenomeni: in alcuni tratti il terreno è ricoperto da uno strato silico-gessoso fratturato da sottili spiragli. Nel punto d'intersezione s'innalzano piccoli coni dal vertice dei quali i gas escono sibilando. In quei paraggi è una distesa acquitrinosa dove spesso il fango viene lanciato in alto da gas che si sprigionano con irruenza. All'inizio del secolo scorso, il generale borbonico Nunziante creò a Vulcano l'industria per l'estrazione dello zolfo e dell'allume con buona attrezzatura di strade e di fabbriche. Nella seconda metà del secolo, lo scozzese Stevenson acquistò tutta l'isola e continuò l'opera del suo predecessore con criteri razionali. Una mulattiera si spingeva dentro la grande voragine craterica, dove vennero anche costruiti ricoveri in muratura per gli operai. L'ultima formidabile esplosione lanciò tutto per aria. Presso il porto sgorga una sorgente termale chiamata Acqua di Bagno: cospicuo è il potere terapeutico di queste acque.
Vulcanello Se è vero che è difficile trovare altrove una simile concentrazione di vulcani come nelle isole Eolie, va detto subito che interessantissima espressione di questa realtà è costituita dalla minuscola penisola di Vulcanello, impraticabile sotto il profilo insediativo e turistico ma tutto da scoprire sotto l'aspetto vulcanologico e geologico, non a caso al centro di importanti ed approfonditi studi. Questa piccola penisola formata da tre crateri, emerse dalle acque nel 183 a.C. L'erosione avvenuta sul lato orientale consente di farsi un'idea concreta della costituzione di un cono vulcanico. L'isola di Vulcano è costantemente monitorata dall'Istituto di Vulcanologia di Catania e dal C.N.R: è necessario rilevare non solo la temperatura del fondo del cratere e le fumarole, ma pure le deformazioni del suolo ed i suoi movimenti. In ogni caso è stato predisposto da parte della protezione civile un piano di tempestiva evacuazione dell'isola nell'ipotesi di imminente eruzione. La via di fuga, ovviamente, sarebbe in tal caso rappresentata dal mare. Le spiagge Le spiagge di Levante e del porto di Ponente sono entrambe conseguenze della formazione di Vulcanello. La seconda è la più rinomata e frequentata. A determinare il fascino di questi paesaggi è non solo la sabbia, sempre finissima e di insolito colore nero, ma anche lo scenario paesaggistico contornato da un mare pulito ed azzurrissimo. Non lontano dalle spiagge, più precisamente a sud di quella di Ponente, si trovano le cale dette del Formaggio e del Mastro Minico. Non è necessario raggiungerle via mare: bastano quattro passi per potersi accomodare in questi lembi cosparsi di ciottoli incastonati fra verde e mare.
Grotte sotto il mare Riservate ai sub, le grotte dell'isola di Vulcano sotto la superficie marina, rivestono indubbia suggestione. In particolare è il tratto di costa nord-occidentale a rivelare anfratti e cavità di notevole interesse. I fotografi subacquei bene conoscono ed apprezzano la parete di capo Grosso, tana di numerosi pesci, custode di colonie di coralli arancioni, di spugne e di una ricca quanto variegata flora. Se capo Grosso offre una miriade di piccole cavità, sotto capo Testa Grossa si trova un'unica grotta. Qui non sono flora e fauna a farla da padrone: la suggestione è data dagli effetti luminosi provocati da una fessura laterale. La grotta più ampia si trova tuttavia all'altezza dello scoglio Quaglietto: un mondo alto dieci metri, largo tre e profondo venti, funge da tana a branchi di gamberetti. L'altarino con la Madonna, posto all'imbocco della grotta, è meta di numerose escursioni subacquee. Spostandosi sotto la costa di Levante, merita attenzione la parete della Sirenetta, ricca di tante piccole grotte dal fondo giallastro, a indicare la cospicua presenza di zolfo.
Ringraziamo SAGEP Libri & Comunicazione S.r.l. di Genova per aver gentilmente concesso la pubblicazione dei testi dell'opuscolo "ISOLE EOLIE" e l'AAST Eolie per la pubblicazione di testi ed immagini | |
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