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Acqua e sole in Abruzzo | |||||
Centrotrentatré chilometri di costa per tutti i gusti, laghi divenuti veri poli di attrazione per gli appassionati della canoa, del windsurf, della pesca sportiva, dei picnic all’aria aperta e terme dalle benefiche acque. |
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Il mare Centrotrentatré chilometri di costa per tutti i gusti: da un punto di vista ambientale, l’offerta turistica della costa abruzzese si presenta estremamente varia, in grado di soddisfare tante diverse esigenze. Soffici arenili incorniciati dalla pineta e scogliere alte e frastagliate, piccole calette e solitarie spiagge di ciottoli, grandi spiagge animate e festose: ma è soprattutto per chi apprezza la dimensione umana della vacanza, nella genuinità dei rapporti e in un contatto autentico col territorio, che l'Abruzzo garantisce il meglio. Le dolci colline coltivate, che a volte irrompono fin sulla costa sorvegliata dagli antichi trabocchi (VEDI OLTRE), fanno da scenografia a questo mare. I centri costieri della zona hanno quasi sempre il carattere di porticcioli, dove alla sera attraccano le piccole imbarcazioni da pesca, per vendere il loro prodotto o per servirlo nei mille ristorantini a conduzione familiare. Da giugno a settembre, centinaia di alberghi, pensioni, camping, residence e appartamenti privati lungo tutta la costa, ma con prevalente concentrazione nella metà settentrionale, sono in piena effervescenza per soddisfare tutte le esigenze di soggiorno dei turisti che scelgono l’Abruzzo, mentre le numerose strutture sportive, i centri agrituristici delle colline a ridosso della costa, i maneggi, i parchi acquatici arricchiscono il soggiorno al mare con tante stimolanti e divertenti attività di contorno. La costa dei "trabocchi"Fra le peculiarità esclusive della costa abruzzese, le più note e pittoresche sono le curiose “macchine da pesca” del suo tratto meridionale: i celebri e celebrati trabocchi. Completamente in legno, si compongono di una piattaforma, retta da lunghi pali, dalla quale il pescatore cala in mare la rete, e da una lunga e ardita passerella, anch’essa poggiata sui pali, che collega alla terraferma distante anche decine di metri. Ammirate in un giorno di mare in burrasca, queste spettacolari macchine da pesca stupiscono per la capacità di resistere alle mareggiate nonostante l’aspetto fragile e precario. La loro origine non ha dati certi ed è difficile stabilire con precisione l’epoca in cui i trabocchi sono stati inventati. Si può ipotizzare che la loro nascita sia derivata dall’esigenza di pescare senza scendere in mare direttamente, intuendo che era più facile pescare da fermi, stando seduti su una passerella collegata alla terraferma. A tal proposito c’è una singolare nota storica: il primo documento che parla dei trabocchi abruzzesi risale al 1400, a firma di padre StefanoTiraboschi, un frate celestino. Nella sua Vita Sanctissimi Petri Celestini (la vita di papa Celestino V) il frate racconta del periodo trascorso da Pietro da Morrone nel monastero di San Giovanni in Venere a Fossacesia – quasi tre anni dal 1240 al 1243 – e riferisce che il santo saliva sul colle per ammirare il mare “punteggiato di trabocchi”. Da questo si potrebbe intuire che nel 1240 (o almeno all’epoca della redazione della biografia) queste macchine da pesca fossero già una realtà diffusa; gli studiosi tuttavia non sono concordi su questa interpretazione perché ritengono che i trabocchi siano nati secoli più tardi. I primi si incontrano dopo Ortona, quando il litorale abruzzese inizia a cambiare volto, passando dalle spiagge basse e sabbiose del teramano e del pescarese a un paesaggio più aspro e roccioso. Le ripide scogliere si alternano a brevi calette, e ovunque affiorano grandi speroni di roccia. Gabriele d’Annunzio fu stregato dal fascino di questi luoghi: nella sua tragedia IlTrionfo della Morte, scritta nella quiete della sua villa nascosta tra le rupi di questo tratto di costa, così li descrisse: “Quella catena di promontori e di golfi lunati dava l’immagine di un proseguimento di offerte, poiché ciascun seno recava un tesoro cereale. Le ginestre spandevano per tutta la costa un manto aureo. Da ogni cespo saliva una nube densa di effluvio, come da un turibolo. L’aria respirata deliziava come un sorso d’elisire”. La residenza del Vate, Villa Italia, esiste ancora oggi. Dal cancello della villa parte un facile sentiero che scende giù verso il mare e porta a qualche decina di metri dal trabocco di CapoTurchino, uno dei più importanti dell’intero tratto di costa, citato nel Trionfo della Morte come una “macchina” che “pareva vivere di vita propria”. Poco più avanti sulla statale si incontra, a sinistra, il Promontorio dannunziano, il miglior luogo panoramico della zona, occupato solo da poche case e un ristorante. Poi verso sud, superando la frazione di Vallevò, si scorgono i trabocchi di Punta del Cavalluccio, ben visibili oltre la ferrovia. La bella spiaggia di ciottoli e il vicino trabocco sono i simboli classici di questo tratto di costa. I laghiIdeali Per gli appassionati della canoa, del windsurf, della pesca sportiva, dei picnic all’aria aperta. Vi sono anche attrezzati e suggestivi percorsi per mountain bike o trekking. Nel periodo estivo, lungo le sponde di alcuni laghi è possibile noleggiare sdraio, piccole imbarcazioni e pedalò; in altri è possibile effettuare piacevoli escursioni in battello. Deliziosi paesini, perfettamente integrati nella natura, garantiscono una ricettività di ottimo livello nonché l’opportunità di trascorrere,anche solo un weekend, lontano dai ritmi freneticidella quotidianità. I golosi, gli sportivi, i romantici , gli amanti dell'arte, della natura ... il lago aspetta tutti con le sue diversificate proposte ed occasioni da vivere intensamente. Lago di Sangro Come la maggior parte dei laghi abruzzesi, anche il lago del Sangro (o di Bomba, come è popolarmente conosciuto) è di origine artificiale. Questo non toglie nulla al suo fascino, immerso com’è in una valle chiusa tra alti rilievi e circondato da piccoli e pittoreschi borghi. Il bacino si trova lungo la media valle del fiume Sangro, dal cui sbarramento è nato, nei pressi del paese di Bomba, dal nome così particolare. Il lago è chiuso verso valle da una diga in argilla battuta e si estende verso monte per una lunghezza di quasi sette chilometri fino a Pietraferrazzana e quasi a lambire l’abitato di Villa Santa Maria. Il lago offre interessanti possibilità di svago e relax, grazie all’ampia ricettività di cui gode (campeggi e hotel) sia nei suoi pressi che nei centri rivieraschi, ma si presta anche a simpatiche occasioni per fare una passeggiata in mountain bike o a piedi lungo le sue rive, magari noleggiando piccole imbarcazioni. Molto pittoreschi e interessanti i paesi circostanti: sul versante meridionale, Bomba innanzitutto, antico centro arroccato sulle pendici occidentali del Monte Pallano (sulla cui vetta si trova un importante sito archeologico con maestose mura megalitiche, facile da raggiungere e visitare); Colledimezzo, un affascinante borgo arroccato sul colle Castellano, in posizione panoramica, a dominare il lago sottostante; Pietraferrazzana, un ancor più pittoresco grumo di case raccolte sotto una vertiginosa rupe, in posizione panoramica; infine Villa Santa Maria, raccolta ai piedi della immane lama rocciosa che la domina, il “paese dei cuochi” famoso nel mondo come patria di grandi chef. Sul versante settentrionale, da un erto crinale domina la valle ed il lago l’abitato abbandonato di Buonanotte (in antico Malanotte: ma il cambio di nome non riuscì ad evitare la frana, e quindi l’abbandono dell’abitato, ricostruito a poca distanza ma su terreno più saldo, col nome di Montebello sul Sangro); poi Pennadomo, che da un punto di vista paesaggistico è un borgo incantevole, aggrappato alla base di una imponente torre di roccia scura, con la veduta della valle e del lago a fargli da sfondo. Lago di Scanno È stata una ciclopica frana caduta dal Monte Genzana a sbarrare la valle del Sagittario creando il lago di Scanno, il più suggestivo e visitato d’Abruzzo. Occupa una vasta conca a 922 metri di quota, tra gli interessanti centri storici di Villalago e di Scanno, ai piedi dei fitti boschi della Montagna Grande, sul confine del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Da oriente incombono sul bacino i ripidi pendii rocciosi della Riserva del Monte Genzana. Quando il livello dell’acqua è al massimo il lago di Scanno raggiunge i 36 metri di profondità. L’unico immissario in superficie del bacino è il fiume Tasso, che scende dal Monte Marsicano e dalla conca di pascoli del Ferroio di Scanno; mancano invece degli emissari superficiali che conducano le acque del lago verso la valle del Sagittario. Il livello delle acque rimane stabile grazie alla presenza di emissari sommersi, dato che l’evaporazione causata dal clima è minima. Assieme al vicino centro storico di Scanno, il lago è la principale attrattiva turistica della valle del Sagittario. Da decenni è meta di turismo ambientale e climatico, attratto dalla bellezza dei luoghi e del clima, con bagnanti lungo le sue rive o in pedalò sulle sue acque, solcate anche da sportivi appassionati di surf e canoa. Dopo una passeggiata, una sosta per il birdwatching o una escursione in canoa o in pedalò vale senz’altro la pena di salire a Scanno, splendido paese d’impronta medievale, uno dei più noti e caratteristici d’Abruzzo. Il centro storico – magnifico con le sue antiche case addossate le une alle altre, i palazzotti, le scalinate, i fitti vicoli, i costumi tradizionali ancora indossati dalle donne – conserva una fiorente tradizione di oreficeria e di merletti al tombolo. Le terme Sullo sfondo della grande natura dell’Abruzzo, anche le sorgenti e gli stabilimenti termali svolgono un ruolo importante tra le molte attrattive offerte dalla regione dei Parchi. Le acque termali dell’Abruzzo, note già nell’antichità, attirano un pubblico crescente e permettono di curare con il metodo più naturale numerosissime malattie. Mentre le sorgenti di Caramanico, Raiano e Popoli sgorgano ai piedi della Majella, quelle di Canistro vengono alla luce in Val Roveto, tra i boschi che segnano il confine tra la Marsica e la Ciociaria. Ai piedi delle grandi montagne, spesso all’interno dei confini dei Parchi e delle Riserve Naturali, le terme abruzzesi consentono di migliorare salute, bellezza ed equilibrio psicofisico, aiutando a restare giovani più a lungo. CARAMANICO TERME Posto allo sbocco del canyon dell’Orfento, lo storico centro ai piedi della Majella è celebre per le sue acque sulfuree e salsobromoiodiche che sgorgano nelle fonti de La Salute, di Santa Croce e del Pisciarello, famose dai tempi di Carlo Magno. Le acque vantano un’alta percentuale di idrogeno solforato e sono particolarmente utili per la cura delle malattie reumatiche, del ricambio, nervose, cutanee e ginecologiche, dell’apparato respiratorio, dell’apparato digerente e di quello genito-urinario. Le acque sono di particolare utilità anche per chi soffre di diabete pancreatico e di sordità rinogena. La stagione si apre in primavera e termina con l’inizio dell’autunno. I villeggianti, che possono contare su un’ottima ricettività alberghiera, hanno a portata di mano la straordinaria natura del Parco Nazionale della Majella. Caramanico si affaccia sullo spettacolare vallone dell’Orfento, con la sua natura incontaminata e i suoi splendidi eremi celestiniani. LE TERME DI POPOLI Posta all’imbocco delle strette gole che separano il massiccio del Gran Sasso da quello della Majella, Popoli ha scoperto di recente la sua vocazione termale, rinforzata dalla scelta di imbottigliare l’acqua della sua fonte Valle Reale. Nota da secoli come “la chiave dei tre Abruzzi” la cittadina sorge alla confluenza dell’Aterno nel Pescara, all’imbocco della conca Peligna e dell’antichissima strada che conduce all’Aquila attraverso la Piana di Navelli. Lo stabilimento termale si trova in località De Contra. Le acque popolesi sono consigliate per la cura delle malattie artroreumatiche come l’osteoartrosi, ma anche per reumatismi extra-articolari, malattie delle vie respiratorie e sindromi rinosinusitiche. Popoli offre anche cure per sindromi bronchiali croniche, bronchiti, rinopatie vasomotorie, faringolaringiti croniche, sinusiti croniche, stenosi tubariche, otiti catarrali croniche. Durante la stagione termale lo stabilimento offre diversi tipi di terapia, dai fanghi ai bagni terapeutici, dalle cure inalatorie ai cicli di cura per la sordità rinogena e per la ventilazione polmonare. LE TERME DI CANISTRO Sono conosciute almeno dal 1493, anno in cui un documento anonimo fa riferimento alla salubrità delle acque che sgorgano dalle sorgenti Santa Croce e Sponga. Anche oggi Canistro, in piena valle Roveto e a oltre 700 metri di altezza, è considerata una delle località di soggiorno estivo più indicate per i bambini e gli anziani, grazie all’aria salubre e alla posizione tra fitti boschi di castagni e di faggio. Le acque delle due sorgenti vengono imbottigliate da diversi anni e sono particolarmente pure perché filtrate nella roccia calcarea dei Monti Simbruini- Ernici e del Parco Nazionale d’Abruzzo. Sono indicate come rimedio per le affezioni del fegato, dell’apparato gastroenterico, delle vie biliari, dell’apparato genitale femminile e anche delle allergie, della gotta, del diabete e dell’obesità. Nei pressi di Morino, centro a pochi chilometri da Canistro, la splendida Riserva Naturale di Zompo lo Schioppo permette di visitare la più alta e spettacolare cascata d’Abruzzo. La valle Roveto, che mette in collegamento la Marsica con la Ciociaria, permette invece interessanti escursioni sui Monti Ernici e Simbruini e nel Parco Nazionale d’Abruzzo. I TESTI E LE IMMAGINI SONO STATI GENTILMENTE CONCESSI PER LA PUBBLICAZIONE DALL' APTR ABRUZZO | |
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