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Nella città d’Asti in Piemonte - Arte e cultura in epoca moderna | |
Dal 28 ottobre al 25 febbraio 2018, al Palazzo Mazzetti di Asti in mostra sono esposte opere eseguite tra la fine del Cinquecento e gli inizi dell’Ottocento, tra cui si segnalano: le quattro Battaglie dell’Assedio di Asti dell’ambito del Cerano. |
Il titolo della mostra attinge dalla Vita di Vittorio Alfieri, l’astigiano più celebre del tempo e pure colui che, con spirito critico, denunciò il clima provinciale del luogo natio. A quest’immagine retrospettiva, di Asti ormai lontana dai fasti medievali che riposava placidamente all’interno del Regno di Sardegna, corrisponde in realtà una città che aveva conosciuto altri momenti di estrema visibilità. Sono quelli attorno ai quali i curatori hanno ragionato nel rintracciare un filo rosso che unisse le opere restaurate in occasione dell’esposizione e sono quelli che costituiscono all’incirca gli estremi cronologici della rassegna: l’assedio di Asti del 1615 e la Repubblica Astese del 1797. L’Asti barocca si presenta come un centro culturale abile a cogliere e rielaborarei modelli figurativi provenienti dalla corte torinese e da altri ambiti geografici. La geografia territoriale e politica dell’astigiano in età moderna si rispecchia nella costellazione di sollecitazioni culturali, botteghe – locali e forestiere – e committenti che in tale regione si intrecciarono dando vita a sperimentazioni e aggiornamenti figurativi. In questa prospettiva di lungo periodo si chiarisce l’esecuzione di alcune opere capitali per l’illustrazione della storia artistica della città e di quella che diventerà la sua Provincia. In mostra sono esposte opere eseguite tra la fine del Cinquecento e gli inizi dell’Ottocento, tra cui si segnalano: le quattro Battaglie dell’Assedio di Asti dell’ambito del Cerano (provenienti dal Museo del Greco di Toledo), i dipinti di Guglielmo Caccia e di sua figlia Orsola Maddalena, di Pietro Laveglia e di Giovan Bartolomeo Caravoglia, la tela attribuita a Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, le sculture lignee della bottega degli Enaten, le armature provenienti dall’Armeria Reale di Torino. Per il Settecento sono esposte opere di Giovanni Carlo Aliberti e di Carlo Gorzio, espressione della cultura figurativa astigiana, dipinti di Michele Antonio Milocco e Giovanni Domenico Molinari, pittori legati alla corte torinese, accanto a pregevoli tele di ambito lombardo ed emiliano. Esposti anche gli argenti dell’orafo Giovanni Tommaso Groppa commissionati dal vescovo Milliavacca e preziose pianete di manifattura italiana e francese. La statuaria è rappresentata dalle sculture lignee di Giovanni Battista Bonzanigo, Francesco Maria Riva e Stefano Maria Clemente. L’esposizione si chiude con la sezione dedicata alle microsculture neoclassiche di Giuseppe Maria Bonzanigo e alle vedute di Pietro Bagetti, di gusto già preromantico.
Costo del biglietto: Ingresso: € 5,00; Riduzioni: Ingresso: € 3,00
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