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Salvatore Garau - CORPO non CORPO |
La mostra "CORPO non CORPO" di Salvatore Garau allo Spazio Roseto di Milano (8 aprile-11 maggio 2025): quindici tele e due video, la relazione tra materialità e immateriale, continuando la ricerca dell'artista noto per le sue sculture invisibili. |
Dal 8 aprile all'11 maggio 2025, lo Spazio Roseto di Milano ospiterà "CORPO non CORPO", la nuova mostra personale di Salvatore Garau, artista che ha conquistato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo nel 2021 con la vendita all'asta delle sue sculture immateriali "Io Sono" e "Davanti a te", battute rispettivamente a 15mila e 28mila euro. L'esposizione, curata da Milo Goj e accompagnata da un testo critico in catalogo di Lóránd Hegyi, è organizzata da Art Relation e promossa da Roseto e Jarvés in occasione della Milano Design Week 2025, sottolineando ancora una volta il profondo legame che unisce impresa, arte e tessuto urbano. L'artista proporrà ai visitatori quindici tele di grande formato e due video, uno dei quali presentato in anteprima assoluta, che esplorano la connessione tra il corpo tangibile della pittura e la dimensione impalpabile dell'immateriale. "Questo itinerario artistico", precisa Rocco Roggia, Amministratore Delegato di Roseto Srl, "si configura come una nuova opportunità di stimolare la creatività e arricchire l'anima collettiva. Passione e dedizione sono i principi alla base della nostra attività quotidiana e allo stesso tempo punti cardinali che orientano il nostro impegno nel mondo dell'arte". La mostra rappresenta una narrazione sulla presenza e l'assenza, sul visibile e sull'indefinito, un tema che Garau aveva già esplorato nella sua prima personale alla Galleria Cannaviello nel 1984, dove aveva allestito grandi tele nere su pareti nere. Come sottolinea Lóránd Hegyi nel suo testo in catalogo, l'artista propone "da una parte, dunque, una pura forma astratta, atemporale, trasparente; dall'altra una materialità sensuale, tangibile, imperscrutabile, soggetta a un permanente e intenso processo di trasformazione." A oltre quarant'anni di distanza, quella stessa riflessione torna in una nuova forma poetica e plastica, in cui la separazione tra ciò che è fisico e ciò che è mentale si dissolve, suggerendo una visione della realtà come coesistenza dinamica tra materia e immaterialità. In un'epoca dominata dalla tecnologia e dall'intelligenza artificiale, Garau ritiene sia più che mai necessario riconoscere le peculiarità invisibili che ci rendono unici e che nessuna IA potrà mai replicare. Un esempio significativo di questo contrasto è il video "Autoritratto" del 2022, presentato per la prima volta in questa mostra. Si tratta di un ossimoro per eccellenza, un'opera immateriale che si rivela iperrealista, dove non è più l'artista a imitare il modello, ma è il modello a imitare l'artista – un pensiero che, con estrema semplicità, coglie il senso profondo dell'esistenza umana. Le quindici opere su tela e su teloni PVC riciclati, provenienti da pubblicità dismesse e dominate soprattutto dal verde e dal viola sacrale, rappresentano invece la parte tangibile dell'esposizione. Titoli come "Università Immateriale di estrema Sapienza" invitano il pubblico a riprendere possesso della propria immaginazione, facoltà senza la quale l'uomo rischia di conformarsi al pensiero comune, perdendo la propria indipendenza e umanità. Con "CORPO non CORPO", Salvatore Garau espande il concetto di realtà, conferendo all'immateriale una rilevanza pari a quella della materia stessa – una riflessione che ci spinge a riconsiderare il modo in cui percepiamo il mondo e le infinite possibilità che si celano al di là delle apparenze. Nato a Santa Giusta (Oristano) nel 1953, Salvatore Garau si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1974. Dal 1976 al 1983 ha fatto parte del gruppo di rock d'avanguardia degli Stormy Six. Ha esposto in prestigiose gallerie e musei di tutto il mondo, da Milano a San Francisco, da Washington a Londra, ed è stato presente alla Biennale d'Arte di Venezia nel 2003 e nel 2011. Oltre alla sua attività artistica, Garau si è dedicato anche al cinema, scrivendo e dirigendo nel 2017 "La tela", un docufilm girato in un carcere di massima sicurezza in Sardegna, con la fotografia di Fabio Olmi. Informazioni pratiche: |
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