Il parco non interessava solo la città di Monza ma anche alcuni comuni limitrofi (Biassono, Vedano e Villasanta) e comprendeva anche palazzi, boschi e zone agricole preesistenti sul territorio inglobato.
Il parco fu progettato dall'architetto Luigi Canonica (già artefice dei lavori di restauro alla Villa Reale) il quale, per la costruzione delle mura di cinta, utilizzò i resti dell'antico Castello Visconteo e delle antiche mura medioevali della città.
Il progetto del Canonica era quello di dotare il parco di quattro diversi tipi di paesaggi: la riserva di caccia, il paesaggio agricolo, il paesaggio fluviale ed i giardini.
L'architetto ticinese ampliò i giardini e li prolungò oltre il Lambro creando una continuità visiva che dalla Villa Reale attraversava il parco, il fiume e giungeva al bosco del rondò ed ai grandi viali alberati.
Il paesaggio agricolo del Parco di Monza inglobava numerosi edifici di natura rurale preesistenti sul territorio, come cascine, corti, mulini e casolari isolati circondati da un paesaggio regolare: l'orientamento dei campi e le rigide file di vigne e gelsi donavano al paesaggio agricolo una sensazione di utilità e produttività.
Il settore settentrionale del Parco, quello originariamente destinato alla caccia, è tuttora caratterizzato dai grandi viali alberati rettilinei che attraversano il bosco e si incrociano disegnando forme geometriche regolari.
L'unica area del parco rimasta sin da allora selvaggia e libera dagli schemi è quella del paesaggio fluviale: il fiume Lambro attraversa sinuosamente il Parco nel settore sud-orientale. Il tratto del fiume che scorre all'interno del Parco, oltre a svolgere una funzione puramente estetica, forniva acqua a sufficienza per i numerosi mulini, per l'irrigazione e per le attività agricole. Con il passaggio del Lambro all'interno del parco, si rese necessaria la costruzione di alcuni ponti per attraversarlo, per questo motivo, oltre al ponte già esistente, furono costruiti il Ponte delle Catene ed il Ponte dei Bertoli.
Anche se l'originario schema costruttivo del Parco è tuttora individuabile, attualmente il Parco Reale di Monza si presenta diversamente da come fu inizialmente strutturato da Luigi Canonica: con l'abbandono della Villa Reale da parte dei Savoia, il parco perse la sua funzione di grande tenuta, le aree agricole e le riserve di caccia non ebbero più ragione di esistere ed i terreni vennero poco a poco abbandonati; inoltre, la costruzione dell'Ippodromo, dell'Autodromo e del Golf Club nella prima metà del Novecento, modificarono vaste aree del Parco.
La vegetazione all'interno del Parco di Monza ha caratteristiche diverse a seconda della zona in cui ci si trova e di conseguenza può esser suddiviso idealmente in quattro diversi ambienti naturali: la zona a ridosso del Lambro e della sua valle (la più selvatica del Parco), i giardini della Villa Reale, la zona agricola (situata al centro) ed i boschi che caratterizzano il settore settentrionale in corrispondenza dell'Autodromo.
I giardini, realizzati secondo il gusto inglese e romantico, furono progettati insieme alla Villa Reale da Giuseppe Piermarini (1734-1808) mentre, il parco nel suo complesso, fu progettato da Luigi Canonica. I 40 ettari dei giardini ospitano un suggestivo percorso botanico dove è possibile ammirare piante autoctone, rarità provenienti da altri continenti ed il prato antistante la Villa ospita il Cedro del Libano, la pianta più grande del Parco. Sul lato ovest della Villa si trovavano i giardini “alla francese” caratterizzati da elaborate aiuole, sul lato est, invece, i giardini “all'inglese” caratterizzati da un aspetto più sobrio e naturale. Nel 1964 all'interno dei giardini fu creato dalla famiglia Fumagalli uno splendido roseto che tuttora ospita prestigiosi concorsi internazionali cui partecipano vivaisti da ogni parte del mondo.
Questi giardini splendidi e sapientemente progettati, fanno da cornice ad un capolavoro dell'architettura neoclassica: la Villa Reale di Monza.
La costruzione della Villa, nata come simbolo del prestigio e del potere della corte asburgica, iniziò nel 1777 per volere dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, la quale volle regalare al figlio Ferdinando d'Asburgo Lorena una residenza estiva paragonabile alla reggia di Versailles.
La pianta a “U” dell'edificio è riconducibile al tipico impianto delle ville lombarde settecentesche: dal corpo centrale (sviluppato su due piani) si allungano anteriormente due ali della stessa altezza terminanti con due corpi più bassi, la Cappella di Corte a sinistra e la Cavallerizza a destra. Successivamente si procedette alla costruzione della Rotonda, uno spazio a pianta circolare di raccordo tra la “limonera” (oggi Serrone) e la Villa, la cui decorazione pittorica fu affidata ad Andrea Appiani.
L'imperatore Ferdinando, nel 1796, dovette abbandonare Milano e la Villa, che in seguito, divenne dimora di Napoleone e dal quel momento fu chiamata “reale”.
Per volere del viceré Eugenio de Beauharnais negli spazi della cucina venne realizzato il Teatrino di Corte (ancora oggi utilizzato per alcune rappresentazioni teatrali), su progetto di Luigi Canonica. Con la caduta di Napoleone la Villa ridivenne dimora degli austriaci sino al 1859, quando l'edificio divenne dei Savoia. In questi anni vengono radicalmente modificati gli appartamenti reali, nei quali scompaiono le eleganti decorazioni neoclassiche per far posto allo sfarzo neo-barocco.
Il 29 luglio 1900 il re Umberto I venne assassinato, l'edificio venne spogliato di mobili e suppellettili, chiuso, abbandonato e donato ad un ente di carità.
Nel 1920 l'Opera Nazionale Combattenti (che lo aveva in gestione) cedette la concessione del Parco ai Comuni di Monza e Milano.
La prima costruzione effettuata all'interno del Parco fu l'Autodromo: il circuito, costruito nel 1922, occupa una superficie di 1.200.000 mq del settore settentrionale del parco e, ben presto, rese la città di Monza conosciuta a livello internazionale. Sempre in quegli anni si decise di costruire tra le Ville Mirabello e Mirabellino un Ippodromo. Purtroppo, il Viale dei Carpini che univa le due ville, spezzava in due il percorso e fu eliminato; negli anni Novanta l'Ippodromo cadde in disuso, fu smantellato e venne ripristinato l'antico Viale.
La terza nuova costruzione, voluta dalla nuova borghesia industriale, fu il Golf Club Milano che, costruito nel 1928, venne posizionato nel settore nord-est del Parco di Monza.
Nel 1996 la Villa Reale e i giardini sono passati in concessione gratuita ai Comuni di Monza e Milano e da sempre si lavora per tutelare e valorizzare questa struttura ricca di fascino e storia.
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