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La via della fede in Abruzzo | |||||
Molti sono i visitatori che giungono in Abruzzo spinti dal desiderio di ammirare i suoi luoghi della fede. Accanto ai più noti santuari, decine di altri luoghi di culto costellano il territorio di questa regione. |
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La via della Fede Un esempio davvero particolare di questa continuità ininterrotta della sacralità dei luoghi, così tipica della religiosità abruzzese, si ha nella valle Peligna, alla base della immane parete rocciosa del Monte Morrone. I principali santuari Il santuario di San Gabriele di Isola del Gran Sasso Ai piedi dell’imponente versante teramano del Gran Sasso, il santuario di San Gabriele è visitato ogni anno da due milioni e mezzo di fedeli, ed è quindi il luogo sacro più popolare dell’Abruzzo. È consacrato a San Gabriele dell’Addolorata, che vi morì nel 1862, a soli ventiquattro anni. La sua fama si diffuse a partire dal 1892. I numerosi miracoli a lui attribuiti portarono alla sua beatificazione nel 1908. Divenne santo nel 1920 sotto il pontificato di Benedetto XV, e fu proclamato patrono dell’Abruzzo nel 1959 da papa Giovanni XXIII. Il santuario degli inizi del ’900 prese il posto di un complesso duecentesco fondato probabilmente da San Francesco d’Assisi, accanto al quale sorse più tardi una chiesa dedicata all’Immacolata. Il vecchio santuario è stato affiancato nel 1970 da una nuova e moderna costruzione, inaugurata nel 1985 da Giovanni Paolo II. La sua grande sala, che misura 90 metri per 30, è in grado di accogliere contemporaneamente 10.000 persone. Il santuario del Miracolo Eucaristico di Lanciano Nel centro di Lanciano (l’antica Anxanum), la chiesa di San Francesco, costruita nel 1258 in stile romanico-borgognone e rifatta in forme barocche intorno alla metà del Settecento, conserva la testimonianza del più antico miracolo eucaristico del mondo cattolico. Intorno all’anno 700, nella chiesa di San Legonziano, un monaco basiliano manifestò infatti dei dubbi sulla reale presenza di Cristo nell’Eucarestia. Durante la messa, però, l’ostia e il vino consacrati si trasformarono realmente in carne e in sangue. Il santuario del Volto Santo di Manoppello Ai piedi del versante settentrionale della Majella, nei pressi dello storico borgo di Manoppello, il santuario del Volto Santo è frequentato dai fedeli tutto l’anno ed è meta di pellegrinaggio la seconda domenica di maggio. Costruito tra il 1617 e il 1638 e in buona parte rifatto nel Novecento, custodisce una immagine di Cristo su lino, detta “il Velo della Veronica” (da “vera icona”) che, secondo la tradizione, sarebbe stata consegnata nel 1506 da un angelo in sembianze di pellegrino allo scienziato Giacomo Antonio Leonelli di Manoppello. Il santuario della Madonna dei Miracoli di Casalbordino A pochi chilometri dal mare, sulle colline tra le valli del Sinello e del Sangro, il santuario di Casalbordino ricorda un’apparizione miracolosa avvenuta nel 1526. Mentre il contadino Alessandro Muzii si dirigeva verso il suo campo recitando il rosario, la Madonna gli apparve in un querceto e gli rivelò che il furioso temporale del giorno precedente era stato causato dall’indignazione divina per i peccati della gente del posto. Sul luogo dell’apparizione sorse una cappella, che fu poi sostituita da un santuario. L’edificio attuale risale al 1824, ed è meta di un affollato pellegrinaggio l’11giugno di ogni anno. Le forme e l’intensità della devozione popolare ispirarono Gabriele d’Annunzio (che ne trasse Il Trionfo della morte) e il pittore Francesco Paolo Michetti. L'Eremo di San Bartolomeo di Legio Sulle pendici settentrionali della Majella, abbarbicato come un pueblo messicano alle rocce del vallone di Santo Spirito, in territorio di Roccamorice, si trova il più spettacolare degli eremi d’Abruzzo, San Bartolomeo in Legio. Il percorso di avvicinamento al vallone e al suo eremo è segnato da antiche croci in ferro. Superata la terza croce, l’accesso all’eremo avviene attraverso un grande foro nella roccia, con i gradini scolpiti nella pietra nuda. La vicenda di questo eremo è legata strettamente alla celebre figura di Pietro Angeleri, l’eremita della Majella salito nel 1294 al soglio papale col nome di Celestino V, che nella seconda metà del XIII secolo più volte si ritirò su queste rupi in preghiera con i suoi discepoli. All’interno, la chiesetta è quasi tutta scavata nella roccia e solo la parete esterna è in muratura. In una nicchia sopra l’altare cinquecentesco è collocata la statua in legno dipinto di San Bartolomeo, un’opera ottocentesca modesta ma oggetto di grande venerazione, e non solo da parte dei fedeli locali. I TESTI E LE IMMAGINI SONO STATI GENTILMENTE CONCESSI PER LA PUBBLICAZIONE DALL' APTR ABRUZZO | |
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