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Itinerari archeologici nei pressi di Enna | |||||
Le testimonianze più preziose del ricco passato di Enna e del territorio della sua provincia. |
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"Dall'Italia, dove vivevano, i Siculi fuggendo dagli Osci sbarcarono in Sicilia ... sconfissero i Sicani che furono confinati nella parte sud-ovest della regione e diedero nome Sikelia all'isola. Occuparono le zone più fertili del paese circa 300 anni prima che i Greci mettessero piede nell'isola ed ancora oggi sono presenti nel centro e nel nord dell'isola": così Tucidide ci introduce ad uno dei momenti cruciali della storia antica della Sicilia. Il flusso migratorio che interessò il territorio intorno all'anno 1000 a.C. vide la partecipazione di altri gruppi etnici. Le testimonianze più preziose del ricco passato di Enna sono ospitate dai musei della zona. Fra questi il Museo Alessi e Varisano in Enna, il Museo di Aidone situato presso l'antico Convento dei Cappuccini del XVII secolo; il Museo Civico di Centuripe con le proprie collezioni archeologiche, il Museo Archeologico di Sperlonga ed il Treno-Museo dell'Arte Mineraria e della Civiltà Contadina di Villarosa. Il periodo preistorico e protostorico è testimoniato da numerosi insediamenti che occupavano capillarmente l'intero territorio della provincia di Enna; la particolare conformazione geofisica, con grotte, terreno fertile ed acqua, era particolarmente consona allo stile di vita dei primi abitanti. La posizione centrale diede la possibilità di essere costantemente in contatto con flussi di diverse culture.
L'incontro con il sistema socio-economico dei Greci produsse, dalle fine del VII secolo all'inizio del VI secolo a.C. notevoli cambiamenti nell'organizzazione sociale ed urbanistica delle popolazioni del luogo; la necessità di vivere in luoghi che ben rispondessero ai criteri difensivi e contemporaneamente alle esigenze del commercio si fece più pressante. Tutti i rilievi vennero occupati da insediamenti stabili che seguivano i medesimi criteri di costruzione: le caratteristiche dell'urbanizzazione dei villaggi crearono una visione comune della vita nelle città. Nella zona si sono conservate numerose testimonianze di questo ed un itinerario archeologico conduce il visitatore alla scoperta di secoli di storia attraverso numerose aree archeologiche di cui molte non abbastanza conosciute. Morgantina: a 14 chilometri da Piazza Armerina, vicino ad Aidone, si trova Morgantina. Scoperta nel 1955 grazie dall'Università di Princeton, è la più grande scoperta archeologica fatta in Sicilia nel XX secolo. La città, abbandonata intorno al 36 a.C., coperta da uno spesso strato di polvere e cenere, si presenta a noi così com'era alla metà del III secolo a.C.. Il centro dell'abitato è caratterizzato da un arteria principale dalla quale si dipartono perpendicolarmente altre strade. L'area abitata era dotata di un acquedotto con cisterne a canalizzazioni. I reperti disseppelliti durante gli scavi sono esposti al Museo Archeologico Nazionale presso il Museo dei Cappuccini. La Necropoli di Rossomanno: fra Piazza Armerina e Valguarnera si trova Rossomanno, famoso per la necropoli di Rocca Crovacchio che conserva in Sierra Casazze tracce di un'abitato dell'era arcaica e, sopra Castellazzo, una costruzione medievale. | |
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