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Dodici Capolavori di Mario Sturani al Palazzo Madama di Torino | |
2 ottobre 2012 - Fino al 29 settembre 2013 il percorso delle collezioni di Palazzo Madama si arricchisce di un prestito d’eccezione: dodici lavori in ceramica di Mario Sturani saranno esposti nella Sala Ceramiche. |
DODICI CAPOLAVORI DI MARIO STURANI A PALAZZO MADAMA Dal 2 ottobre 2012 al 29 settembre 2013 il percorso delle collezioni di Palazzo Madama si arricchisce di un prestito d’eccezione: dodici lavori di Mario Sturani saranno esposti nella Sala Ceramiche del secondo piano e consentiranno un inedito confronto fra la tradizione storica e l’esperienza creativa della manifattura Lenci, attiva a Torino tra le due guerre. Delle 12 ceramiche esposte, tre opere appartengono alla Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris: innanzitutto Il Mondo e la Luna, vaso del 1930 che raffigura sul corpo paesaggi collinari, nelle diverse stagioni dell’anno e sul coperchio la luna e un globo. I vasi con coperchi modellati riecheggiano quelli realizzati da Gio Ponti per la manifattura di Doccia. In Inverno e in Primavera del 1935 emerge invece il tema della testa come scultura d’arredo, con rimandi a precedenti importanti, come alcune opere di Picasso e di Amedeo Modigliani o le teste di Vally Wieselthier. Amanti sul fiore del 1929 offre invece una visione fiabesca e sognante dell’incontro fra due innamorati ed è realizzata con grande attenzione alla decorazione: in particolare i colori sono accostati per gradazioni successive, seguendo l’esperienza futurista delle opere di Giacomo Balla. Risalgono al 1929 anche altre tre opere esposte: innanzitutto Orco bottiglia, una bottiglia vera e propria in cui viene raffigurato l’orco buono della commedia con protagonista il signor Bonaventura, messa in scena da Sergio Tofano di cui Sturani curò la scenografia; Regime secco, una parodia futurista del proibizionismo ambientata fra i grattacieli, con un lampione dalle linee sinuose e morbide perché visto attraverso gli occhi di un ubriaco e, infine, Scalata alle stelle (nella foto a fianco), una lampada da tavolo il cui soggetto evoca il mondo ludico del circo, in una dimensione fantastica, con i bambini che afferrano le code delle comete per raggiungere le stelle più lontane.
Mario Sturani (Ancona 1906-Torino 1978) dopo il trasferimento della sua famiglia da Ancona a Torino, compie i suoi studi tra il liceo classico Massimo D’Azeglio, dove stringe una profonda e duratura amicizia con Cesare Pavese, Massimo Mila, Giulio Carlo Argan, e il liceo Cavour. Nel 1924 partecipa con lo pseudonimo di Ivan Benzina alla Prima Mostra di Avanguardia nel sotterraneo del teatro-caffè Romano, organizzata dal Movimento Futurista Torinese-Sindacati Artistici Futuristi. Nel 1925 invia alcune xilografie alla Seconda Mostra d’Arte Nazionale di Foligno e ottiene il secondo premio nella sezione del “Bianco e Nero”. Abbandonati gli studi liceali, si iscrive all’Istituto Superiore delle Arti Decorative di Monza, dove segue i corsi del designer dalmata Ugo Zovetti. Partecipa a varie esposizioni con artisti futuristi e inizia la collaborazione con la manifattura Lenci. Le prime ceramiche sono del 1928 e già l’anno seguente 32 sue opere sono esposte alla Galleria Pesaro di Milano. Dopo un soggiorno parigino nel 1932, riprende il lavoro alla Lenci, che durerà fino agli anni Sessanta, e sposa nel 1935 Luisa Monti, figlia di Augusto. Collabora con la casa editrice Frassinelli, fa esperienze di grafica pubblicitaria, si dedica agli amati studi di entomologia. Negli anni Quaranta riprende la pittura ed espone in alcune gallerie torinesi.
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