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Letizia Battaglia, Il gioco del killer. Letizia Battaglia: 1974 - 2015
A Bergamo, dal 4 marzo al 5 aprile, tutto l’universo di Letizia Battaglia, tra le fotografe italiane più famose nel mondo, testimone con il suo obiettivo di uno dei periodi più oscuri della storia del nostro Paese: Palermo tra miseria e incanto.

Letizia Battaglia, Il gioco del killer. Palermo, 1982Nell'ambito della IV edizione del Festival Domina Domna, rassegna della cultura al femminile che si svolgerà a Bergamo dal 21 al 29 marzo 2015, l’Associazione La Scatola delle Idee presenta al Palazzo della Ragione, nel cuore di Bergamo Alta, la mostra Letizia Battaglia 1974-2015, che si propone di raccontare passo passo l’itinerario della fotografa, fotoreporter e giornalista palermitana, che ha fatto del suo lavoro un manifesto e un' esperienza artistica riconosciuta in tutto il mondo.

Cinquantanove fotografie in bianco e nero, realizzate dal 1974 al 2015 e provenienti dall’archivio personale dell’artista, sono state selezionate per mettere a fuoco gli aspetti di ricerca, denuncia e analisi che caratterizzano il lavoro di Letizia Battaglia, in quattro sezioni espositive: Palermo, Cronaca, Rielaborazioni e Invincibili.

Il viaggio comincia con “Palermo”, in cui rivive l’anima della città nelle sue profonde contraddizioni: i ritratti di bambine, la miseria e l’incanto, i quartieri, le feste religiose, i fatti di cronaca, gli sguardi, le donne, i salotti borghesi.
Sono scatti che documentano una Palermo piegata dagli effetti delle azioni mafiose sulla società siciliana - il lavoro minorile, la disoccupazione, il degrado ambientale - ma che trasmettono anche il fuoco della bellezza e delle tradizioni che arde tra queste strade.
E poi c’è la “Cronaca”, con le immagini che sono diventate icone in tutto il mondo degli anni bui delle guerre di mafia.

Dal 1974 Letizia Battaglia inizia a fotografare, giorno dopo giorno, i delitti mafiosi, documentando l’incedere della violenza: nel 1979, l’esecuzione con una raffica di mitra del magistrato Cesare Terranova e del maresciallo di pubblica sicurezza Lenin Mancuso; nel 1980, l’omicidio del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica; l’uccisione di Salvo Lima, la strage di Capaci e la strage di Via D’Amelio, in cui vengono uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Con le sue fotografie, Letizia Battaglia non solo ci mette di fronte all’orrore della morte ma dà un volto anche al dolore di chi rimane: sguardi di donne che sono state madri, mogli, figlie, sorelle di uomini uccisi dalla guerra di mafia, come nell’intenso ritratto di Rosaria Schifani, vedova di Vito, agente di scorta del Giudice Falcone.
Dopo le stragi del ’92 Letizia Battaglia decide di smettere di fotografare altri morti: “Per anni - dice - ho fotografato cadaveri ma mai gli assassini. Non si conoscevano mai. Se si trattava di un omicidio normale, il killer veniva scoperto subito, ma nei delitti di mafia mai.Ci sentivamo umiliati, un popolo umiliato e schiacciato da questa tragedia”.
Si allontana da Palermo, alla volta di Parigi, in cerca di un po’ di pace. E’ il periodo delle Rielaborazioni: nel 2004 sceglie i più dolorosi e significativi fra i suoi scatti di cronaca mafiosa e li trasforma in altro, sovrapponendo alle immagini della morte, come in un rito di purificazione, quelle dell’acqua e di un nudo femminile, di una bambina o di un fiore, perché l’atrocità sia finalmente lasciata sullo sfondo portando in primo piano il richiamo alla bellezza e alla speranza.
Sono passati molti anni e la situazione a Palermo non è cambiata: la mafia esiste ancora. Letizia Battaglia ha quasi ottant’anni e dopo aver lottato tutta la vita per il rispetto del valore universale di giustizia, ora è stanca di tutto questo dolore.

Nel 2013 nasce così la serie Gli Invincibili, composizioni di immagini per omaggiare i suoi miti: tra gli altri, Gabriele Basilico, Pier Paolo Pasolini, Rosa Parks, Il Crocifisso di Santo Spirito di Michelangelo, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, James Joyce, Freud, Marguerite Yourcenar, Che Guevara.
Nella mostra è racchiusa l’anima poliedrica di Letizia Battaglia fotografa, editrice, politica, ambientalista, regista, ma soprattutto emblema di coraggio e lotta per verità, libertà e giustizia.
La mostra di Letizia Battaglia è il cuore della IV edizione del Festival Domina Domna, rassegna culturale che vuole essere un contenitore e un amplificatore della creatività femminile. Dal 21 al 29 marzo 2015 la kermesse tingerà la città di rosa, in un itinerario tra teatro, musica, fotografia, pittura, scultura, letteratura e cinema che farà tappa in palazzi, sale espositive, librerie, cinematografi, caffè, auditorium, centri socio culturali.

Il Festival è promosso e organizzato dall’Associazione La Scatola delle Idee, con il contributo di Fondazione della Comunità Bergamasca onlus e Fondazione Credito Bergamasco, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo e della Provincia di Bergamo.

Informazioni utili:

4 marzo - 5 aprile 2015

Bergamo Alta – Palazzo della Ragione (Piazza Vecchia)
Inaugurazione: 3 marzo 2015 ore 18.30 Letizia Battaglia incontra le scuole e la città: lunedì 2 marzo, ore 11.00, Bergamo – Auditorium di Piazza Libertà

Ingresso libero

Orari: mar - dom 10.00 – 19.00. Chiuso lunedì
Info per il pubblico: Ass. La Scatole delle Idee, tel. 349.2632871 o www.dominadomna.it

Letizia Battaglia - Biografia

Letizia Battaglia nasce a Palermo il 5 marzo 1935.
A sedici anni si sposa e da questo matrimonio avrà tre figlie.
Inizia la sua carriera nel ‘69 occupandosi della cronaca cittadina palermitana, collaborando con il giornale L’Ora, primo giornale di sinistra che pubblica articoli sulla presenza mafiosa a Palermo.
In seguito alla separazione dal marito, nel ’71, si reca con le figlie a Milano, in quegli anni città di commercio industria ed editoria, molto attiva politicamente e culturalmente.
Qui cerca contatti con altre testate giornalistiche, che accettano con entusiasmo le sue proposte ma richiedono di accompagnare gli articoli a delle immagini. Letizia Battaglia, così, inizia la sua carriera da fotografa: le manifestazioni, gli studenti, i personaggi di spicco siciliani, i processi a Palazzo di Giustizia, sono i soggetti dei suoi scatti. Inizia per esigenza, la passione per la fotografia arriva man mano che lavora e lo strumento fotografico diventa il mezzo migliore per esprimersi.
Fotografa sempre in bianco e nero perché esprime meglio quello che sente.
Nel 1974 il giornale “ L’Ora” le chiede di tornare a Palermo, nominandola capo redattore.
Sono questi gli anni in cui Letizia Battaglia documenta la vita palermitana.
E’ molto attiva politicamente, nel 1979 crea il Laboratorio Fotografico IF (Informazione Fotografica) ed è cofondatrice del Centro Impastato; nel 1985 ottiene un seggio Consiglio Comunale come rappresentante del Partito dei Verdi ed in seguito, con la giunta Orlando, diventa assessore alla “ vivibilità urbana”. E’ un settore questo a lei particolarmente caro: vuole portare pulizia, cultura e civiltà nella sua città. Sono gli anni della Primavera di Palermo, durante i quali lo stesso Orlando dà vita al movimento per la democrazia La Rete.
E’ stata la prima donna europea a vincere il premio Eugene Smith nel 1985 a New York.
Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, giunge nel 1999. Nel 2007 il premio Dr. Erich Salomon e il Cornell Capa Infinity Award nel 2009.
Ha esposto in Italia, nei Paesi dell’Est, Gran Bretagna, America, Francia, Brasile, Svizzera, Canada.
Dal 2000 al 2003 dirige la rivista bimestrale Mezzocielo (nata nel 1991 da una sua idea): quotidiano fatto da donne che vogliono far sentire la loro voce per cambiare la situazione della società italiana e siciliana. Una lotta, la loro, contro mafia e corruzione.
Si occupa di teatro creando negli anni Ottanta il Laboratorio Teatrale e svolge attività di volontariato presso l’ospedale psichiatrico.
Dopo le stragi del 1992 Letizia Battaglia decide di non fotografare più altri morti; lo stesso anno fonda la casa editrice Edizioni della Battaglia.
Nel 2003, delusa dal cambiamento del clima sociale e alla ricerca di un po’ di serenità, si trasferisce a Parigi.
Nel 2005 torna a Palermo: da vita alla serie Rielaborazioni, per cercare di trasformare in altro le sue fotografie di cronaca, e nel 2013 alla serie Gli Invincibili.

Letizia Battaglia, Il gioco del killer.
 
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