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Gabriele Arruzzo, Senza titolo (autofraintendimento), 2024 Gabriele Arruzzo: Terzo Purgatorio
Mostra di Gabriele Aruzzo: in esposizione le opere, realizzate tra il 2023 e il 2024, che emergono in seguito a un periodo di significative trasformazioni personali dell'artista presso la Galleria Simondi Arte a Torino.

GABRIELE ARRUZZO: Terzo Purgatorio

Il sogno della pittura non sempre genera mostri

Il tema del nero nell'arte contemporanea trova illustri precedenti: da Alberto Burri con il suo ciclo di Cellotex, inaugurato dall'opera "Non ama il nero", ai "Black Paintings" di Francis Bacon degli ultimi anni, fino agli austeri dipinti che Mark Rothko realizzò per la cappella di Philip Johnson a Houston, installati postumi. In questi casi, si tratta di opere appartenenti alla fase più matura della produzione degli artisti.

Il ciclo "Terzo Purgatorio" di Gabriele Arruzzo rappresenta la sua più significativa esplorazione del nero, superando le precedenti opere che, pur manifestando una certa inclinazione noir, si limitavano a suggerire scenari di crimini irrisolti. A differenza dei maestri citati, Arruzzo si trova nella fase intermedia della sua carriera artistica, conferendo particolare rilevanza alla scelta cromatica di questo ciclo.

Le opere, realizzate tra il 2023 e il 2024, emergono in seguito a un periodo di significative trasformazioni personali dell'artista. Questi dipinti segnano non solo una transizione esistenziale, ma anche un'evoluzione stilistica caratterizzata da maggior rigore formale, essenzialità cromatica e complessità tecnica, uniti a un'iconografia più incisiva e definita rispetto alla produzione precedente.

Il titolo "Terzo Purgatorio" colloca l'opera in una dimensione di attesa ed espiazione. Il ciclo riflette un periodo di sospensione esistenziale dell'artista, configurandosi come un limbo attivo dove il tempo mantiene una sua concretezza e finalità.

La pratica artistica di Arruzzo si fonda su un vasto archivio di immagini eterogenee, metodicamente catalogate: anatomie umane, iconografia sacra, giocattoli, armamenti, segnaletica, meccanismi, illustrazioni scientifiche e tecniche, periodici illustrati ottocenteschi. Questo repertorio costituisce la materia prima per un processo di elaborazione che prevede modifiche, scomposizioni e ricomposizioni, secondo una metodologia che richiama le operazioni di dissezione chirurgica.

Seguendo il principio del collage proprio di Max Ernst in "La Femme 100 tétes" e "Une semaine de bonté", Arruzzo costruisce enigmi visivi di precisa fattura. Le opere si configurano come un purgatorio iconografico e semantico, dove il significato si propaga attraverso rimandi continui, senza giungere a una risoluzione predeterminata. Non si assiste a una rivelazione, quanto piuttosto a un occultamento progressivo del significato, che permane all'interno dell'opera in un gioco di riflessi caleidoscopici.

Gabriele Arruzzo, Senza titolo (autofraintendimento), 2024, enamel, acrylic and glitter on canvas, 75x60 cm
Gabriele Arruzzo, Senza titolo (autofraintendimento), 2024, enamel, acrylic and glitter on canvas, 75x60 cm

La composizione include elementi ricorrenti: quadri nel quadro, tende, cavalletti, fondali, tracciati astratti di derivazione pollockiana, tele bianche fungenti da specchi ciechi o barriere. Il progetto pittorico si sviluppa secondo una logica non razionale di associazioni, evocando la meccanica quantistica nella sua indeterminazione costitutiva.

La pittura di Arruzzo si caratterizza per questa sovrapposizione di prospettive e sguardi velati, che generano situazioni cariche di presagi enigmatici. Le figure di pittori si trasformano in violinisti, anatomisti esoterici o portatori di lanterne magiche, in una metamorfosi continua.

L'opera può essere interpretata come un'allegoria della pittura contemporanea, dove gli intrecci anti-narrativi e le articolate rappresentazioni celano una riflessione sulla natura fittizia del processo pittorico. Una mimesi alterata, caratterizzata da cromie artificiali e materiali riflettenti, dove le ombre emergono dall'oscurità e i frammenti si compongono in un bricolage che trova senso solo all'interno della cornice pittorica.

Il risultato, unico nel panorama pittorico italiano contemporaneo, rivela un accumulo di immagini metodico e classificatorio, distante dal puro caso o dall'inconscio automatico. Si configura come una verità in filigrana, coincidente con la sua stessa manifestazione, che si disperde nel momento dell'osservazione per fissarsi come immagine.

In Arruzzo, gli elementi compositivi coesistono in sovrapposizioni inscindibili, la cui interpretazione isolata ne comprometterebbe l'integrità. Non si tratta di un approccio postmoderno indiscriminato, ma di una logica deliberatamente destrutturata, che riflette la disgregazione dei significati contemporanei in un'atmosfera di malinconica decadenza.

Simóndi Art Gallery
via della Rocca 29 - Torino 
tel. +39 0118124460
www.simondi.gallery

Inaugurazione: giovedì 14 novembre 18.00 — 21.00
Date: 15.11 - 21.12.2024
Orari: martedì-sabato, ore 15-19. Mattino su appuntamento.

Gabriele Arruzzo, Senza titolo (autofraintendimento), 2024
 
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