Guida di Viaggio alla Ciociaria Guida di Viaggio alla Ciociaria
 
Arpino, Civita Vecchia (Foto APT Frosinone) Le città fortificate in Ciociaria
L'aspetto peculiare della Ciociaria preromana è caratterizzato dalla presenza di città completamente cinte da mura in opera poligonale e indicate dalla tradizione popolare come le città dei Ciclopi, fondate secondo il mito dal dio Saturno.
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Questi vivaci paesi sono per lo più arroccati sui rilievi collinari e il loro tessuto urbano è segnato dalle varie civiltà (preromana, romana, medioevale, rinascimentale, barocca), che hanno lasciato preziose testimonianze della propria cultura.

ALATRI

Alatri conserva una delle più imponenti cinte murarie di epoca romana e, per questo, nel corso dei secoli, venne definita come la città dei “ciclopi”. La cinta muraria, risalente al IV secolo a. C., circonda completamente l'area dell'Acropoli, a cui si accede attraverso due porte: Porta Maggiore, coperta da un enorme architrave monolitico e Porta Minore, dove sono scolpiti 3 falli come simbolo apotropaico di fecondità e protezione dell'antica comunità ernica. Sulla spianata, sede dei templi pagani, sorgono oggi l'Episcopio e il Duomo di San Paolo, dove sono custodite l'ostia incarnata, miracolo eucaristico del 1228, e le reliquie di Papa Sisto I, patrono di Alatri.Per approfondire la conoscenza storica della città ernica e romana, è opportuno visitare il Museo Civico, allestito presso l'antico Palazzo Gottifredo, dove è stato ricostruito anche il modellino del tempio etrusco italico, rinvenuto in questo territorio e conservato presso il Museo Etrusco Nazionale di Villa Giulia a Roma.Un'altra preziosa reliquia, venerata dagli alatrensi, è un lembo del mantello di San Francesco, conservato presso la chiesa intitolata al poverello di Assisi; si consiglia una passeggiata lungo le piagge per raggiungere la suggestiva Chiesa di San Silvestro (X sec.) con resti di affreschi del XII-XIII secolo.

ANAGNI

Antica città sacra agli Ernici, Anagni rivestì sempre un importante ruolo religioso e politico.Durante il periodo ernico, la città era completamente cinta dalle mura in opera poligonale, di cui oggi sono visibili poche tracce, lungo il versante settentrionale dell'antica acropoli, databili tra il V e IV secolo. In età romana, questa cinta muraria fu ampliata fino a comprendere l'emiciclo degli Arcazzi di Piscina, probabili terrazzamenti di una costruzione termale della fine del III/inizio II secolo a. C., e i resti delle Mura Serviane, dove sul pilastro centrale è scolpito un simbolo fallico.
Purtroppo, nel corso dei millenni la cinta muraria ha subito numerosi rimaneggiamenti.Attualmente l'aspetto più peculiare dell'abitato di Anagni, città natale di quattro pontefici, (Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV, Bonifacio VIII), è il suo centro storico di aspetto medioevale. Tra i monumenti, spicca per importanza artistica la superba Cattedrale romanica di Santa Maria con la sua cripta affrescata, il duecentesco Palazzo Papale, teatro del celebre “schiaffo di Anagni”, l'ardita architettura della Sala della Ragione nel Palazzo Comunale, espressione massima del potere civile della comunità anagnina, costruito tra il 1159 e il 1163 da Jacopo da Iseo, uno dei rappresentanti delle città lombarde, venuti a stipulare i “patti di Anagni” con Papa Adriano IV, contro l'Imperatore Federico Barbarossa.Da ammirare, nella Chiesa di S. Andrea, il Trittico del Salvatore, splendida opera del XII secolo di scuola romana. Di fronte alla chiesa si trova la famosa casa Barnekow, interessante esempio di casa medioevale, decorata nell '800 con affreschi esoterici dal pittore svedese Barnekow. Molti sono i moumenti da scoprire in questa splendida cittadina, che va visitata passeggiando nei vicoli, o lungo i viali alberati alla fine dei quali si aprono grandi piazze, dove si affacciano splendidi edifici antichi, come la chiesa di San Pietro in Vineis, un monastero di cui si hanno le prime notizie già a partire dal XII secolo. La chiesa romanica conserva ancora il pavimento cosmatesco e interessanti affreschi del XII e XIV secolo.

ARPINO

Sulla sommità di Arpino, nel quartiere Civitavecchia, troviamo uno dei monumenti più stupefacenti del periodo pre-romano: l'arco a sesto acuto, antica porta scea aperta sulle mura in opera poligonale, costruite per difendere l'antica Arx. L'arco è costituito da una serie di grandi massi, disposti ad incastro, senza l'ausilio di malte cementizie. Nel Medioevo, lungo queste mura, vennero aggiunte numerose torri, che resero il borgo un importante punto strategico a difesa del sottostante nucleo di Arpino.
 Secondo un'antichissima leggenda, qui scelse di vivere Saturno divinità protettrice dell'agricoltura.Ancora resti di mura poligonali s'incontrano salendo verso il quartiere di Civita Falconara, sulla cui sommità sorge il castello di Ladislao Durazzo.Cuore del paese è l'elegante piazza Municipio, delimitata su tre lati dal Palazzo Boncompagni, attualmente sede del Centro Internazionale Umberto Mastroianni, celebre scultore del '900, dal Convitto Nazionale Tulliano, sede del prestigioso liceo ginnasio, che ogni anno ospita la manifestazione del Certamen Ciceroniamun Arpinas, gara di traduzione e commento di un brano di Marco Tullio Cicerone, una manifestazione di risonanza europea, che registra la partecipazione di centinaia di liceali europei. Una visita alla bella Chiesa parrocchiale di S. Michele consente di ammirare i dipinti del pittore Giuseppe Cesari, noto come il Cavalier d'Arpino, e di importanti esponenti della cultura del barocco romano.

ATINA

Nell'antichità, Atina venne considerata come l'ultimo centro difensivo contro il Sannio e, grazie alle risorse del suo territorio, ricco di limonite, e al coraggio dei suoi uomini, venne definita “potens” da Virgilio.Nelle sale del Museo comunale, è possibile avere una precisa idea dell'importanza strategica rivestita da questo paese, circondato da mura in opera poligonale, e collocato su importanti vie di collegamento per il commercio, tra la Campania e l' Etruria. Anche in epoca medioevale, Atina rivestì il ruolo di importante centro amministrativo della Valle di Comino e qui fissarono la loro dimora i Signori Cantelmo, che provvidero alla ristrutturazione del Palazzo Ducale, dopo il violento terremoto del 1349. La possente mole del castello occupa gran parte di Piazza Saturno, la cui sobria facciata è ingentilita da delle bifore e torri. Al secondo piano del Palazzo, si trova un grande mosaico romano a tessere bianche e nere (II sec. d. C.), raffigurante quattro eroi armati e proveniente dai resti di una antica domus.Alle spalle del castello, si trova la parrocchiale dell'Assunta decorata con tele di L. Velpi, che ricordano le storie di San Marco galileo, patrono della città.

FERENTINO

Ferentino è tra le città ciociare ad avere il maggior numero di monumenti ed epigrafi romane. Il nucleo urbano più antico è completamente circondato dalle mura in opera poligonale, sulle quali si aprono numerose porte, di cui la più antica è Porta Sanguinaria, così detta perché, probabilmente, era l'ultimo passaggio dei nemici di Ferentino, condannati a morte. Certamente è il terrazzamento dell' Acropoli il monumento più imponente e suggestivo di Ferentino. Qui si apre anche un criptoportico romano, meglio conosciuto come il carcere di S. Ambrogio, patrono della città, vittima delle persecuzioni di Diocleziano.
Particolarmente belle sono le due chiese più grandi del paese, il Duomo romanico di San Giovanni e la Chiesa gotico cistercense di S. Maria Maggiore. Nel duomo sono da ammirare il pavimento a mosaico dei Cosma, il cero pasquale, la sedia episcopale del Vassalletto e uno dei più bei cibori medioevali, opera di Drudus de Trivio.Spicca, per la sua elegante linea architettonica, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita, all'inizio del XIII secolo, come grangia alimentare della vicina Abbazia di Casamari, di cui ne ripete la semplicità e la purezza dello stile gotico cistercense.Poco distante dal centro abitato, su una collina, si trova il cenobio celestiano, dedicato a S. Antonio, e per molto tempo, luogo di sepoltura di papa Celestino V.

VEROLI

Nella parte più alta della città di Veroli, a 700 metri di altezza, si trova la Rocca di S. Leucio, cinta dalle mura in opera poligonale, alle quali sono state appoggiate, nel Medioevo, mura e torri, per rafforzare questa antica fortezza ernica. Durante il ernico, Veroli fu una delle città a capo della Lega Ernica, in lotta contro Roma. Divenuta più tardi fedele alleata dell'Urbe, a Veroli fu concesso l'onore di festeggiare le stesse festività di Roma, come p testimoniato dai Festi Verulani, frammento di calendario marmoreo del I sec. d. C., posto nel cortile di casa Reali; esso ricorda le festività dei primi tre mesi dell' anno, i giorni nefasti, i comiziali, gli intercisi.La sua eccezionale posizione strategica la rese, per lungo tempo, inespugnabile e qui trovarono prigionia o rifugio, re, imperatori e papi. E' in questo borgo che si trova la chiesa più antica di Veroli, dedicata a San Leucio (XI sec.); le sue dimensioni ridotte e la semplicità dello stile ne fanno uno dei tesori di questa cittadina, ricca di storia, arte e cultura.

 


Testi ed immagini sono pubblicati per gentile concessione dell' A.P.T. di Frosinone

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