I principali avvenimenti che si susseguirono dalla fondazione fino al saccheggio cartaginese nel 406 a.C. furono:la tirannide di Falaride, (dal 571 al 556 a.C) ricordato da Dante nella Commedia, artefice di una politica espansionistica nei confronti dele popolazioni sicane dell'entroterra e della stessa metropoli Gela;la tirannide di Terone (488- 472 a.C.) che, nel segno di una continuità con la politica espansionistica di Falaride, porta i confini della polis fino alle coste tirreniche della Sicilia con la presa di Imera nel 480 e la vittoria contro l'armata cartaginese di Amilcare; con lui inizia il periodo di potenza della città e vengono avviate le grandi opere pubbliche.
Il regime democratico (471- 406 a.C.) del tempo di Empedocle, che rifiutò il posto di tiranno offertogli dai suoi concittadini. E' il periodo della prosperità economica, assicurata dai rapporti con Cartagine, in cui vissero Gellia, Esseneto e Antistene; il periodo della decadenza verso la fine del V sec., segnato dalla rivalità con Siracusa, che culminò nel 406 a.C. con la presa della città ad opera dei Cartaginesi, guidati da Annibale, dopo un assedio di 8 mesi.
Gli abitanti si rifugiarono a Gela e, dopo la caduta di questa, a Leontinoi. In seguito al trattato firmato tra i Cartaginesi e Dionigi di Siracusa, Agragas e Gela tornarono ad essere abitate ma non fortificate ed erano tributarie di Cartagine.
Akragas fu rifondata con nuovi coloni provenienti da Velia guidati dagli ecisti Megillo e Feristo. Agrigento riprese la sua politica antisiracusana e fondò una lega di città greche che venne due volte sconfitta dai Siracusani. Cadde poi nelle mani di Finzia, la cui tirannide, durata 10 anni, fu caratterizzata dalla distruzione della madrepatria Gela ad opera dei Mamertini. Dopo Finzia, Agrigento si schierò con Pirro, re dell'Epiro e, durante la prima guerra punica, con i Cartaginesi. Fu contesa da Cartaginesi e Romani fino alla caduta definitiva ad opera del console Levino nel 210 a.C.
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