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Arte e cultura a Bergamo | |||||
Chiese romaniche, palazzi rinascimentali, edifici barocchi, ville neoclassiche, episodi liberty. La straordinaria ricchezza del territorio bergamasco impedisce di concentrare in poco tempo un itinerario alla ricerca delle testimonianze dell’arte. |
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Il cuore antico di Bergamo Gli altri centri della pianura Non esistono più le mura che racchiudevano Treviglio, che alla sua posizione – a metà strada tra Bergamo e Milano e all’incrocio dei percorsi viari diretti a Crema e Brescia – deve il tradizionale ruolo di centro di commerci. Nella piazza centrale la collegiata di S. Martino racconta però una storia antica, iniziata con la sua fondazione nel secolo X-XI, continuata nel ’400 con un primo rifacimento e ancora nel ’700, quando venne dotata della mossa facciata barocca. Al suo interno merita attenzione il polittico di Bernardino Butinone e Bernardino Zenale (1485), custodito all’estremità della navata destra. Anche Romano di Lombardia deve la funzione di polo commerciale e la tradizionale vocazione cittadina al fatto di sorgere nel punto in cui s’incrociano importanti assi viari. Oltre al Castello visconteo, testimonianza della sua antica storia è il medievale palazzo della Comunità, modificato dai Veneziani nel ’400; nel cuore dell’abitato è anche la settecentesca parrocchiale di S. Maria Assunta che custodisce dipinti di G.B. Moroni. L’alto campanile della chiesa di S. Maria dell’Incoronata, eretta nella seconda del XV secolo e ornata di affreschi quattro-cinquecenteschi, annuncia da lontano Martinengo, la cui notevole piazza Maggiore, definita da edifici a portici, accoglie il seicentesco palazzo del Comune.
La val Seriana Le case a portici di Alzano Lombardo erano quelle dei ricchi mercanti di lane e sete, che nei secoli XV-XVI resero prospero questo centro all’imbocco della val Seriana. La sua imponente basilica di S. Martino fu iniziata nel 1659 ma venne ultimata solo agli inizi dell’800; al suo interno sono racchiusi importanti dipinti (G.B. Piazzetta, Palma il Vecchio, Jacopo Tintoretto) e un monumentale pulpito in marmo di Andrea Fantoni (1712), autore anche degli intagli lignei in una delle tre fastose sacrestie. Risalendo la valle del Serio, in un paesaggio ancora intensamente urbanizzato, si arriva ad Albino: la sua piazza centrale accoglie la chiesa di S. Bartolomeo, di origine duecentesca ma rifatta nei secoli XV e XVII, e l’ottocentesca parrocchiale di S. Giuliano che custodisce due tele di G.B. Moroni, nato intorno al 1523 in una frazione dell’abitato. Si raggiunge poi Gandino, dove l’imponente basilica di S. Maria Assunta, dal ricco interno barocco, è la ricostruzione seicentesca di una chiesa preesistente. L’opera più conosciuta e preziosa si trova però a Clusone, che per la sua posizione all’incrocio di strade tra il lago d’Iseo e la Valcamònica, già in epoca romana era un importante borgo commerciale. Si tratta del ciclo di affreschi sotto il portico del quattrocentesco oratorio dei Disciplini, realizzato nel 1485 da Giacomo Borlone e dalla sua bottega.
La val Cavallina e il lago d’Iseo Gli appassionati di pittura scopriranno nei centri della val Cavallina, formata dal fiume Cherio, opere di tutto rispetto. Oltre agli affreschi di Lorenzo Lotto a Trescore Balneario, tappa fondamentale è la Galleria dell’Accademia Tadini a Lóvere, che vanta importanti dipinti di scuola veneta e lombarda dal XIV al XIX secolo. Nell’abitato si visiti anche la basilica di S. Maria in Valvendra, eretta nella seconda metà del XV secolo forse per mano di maestri comacini. All’altare maggiore spicca una cinquecentesca Annunciazione di Pietro Morone, racchiusa in una monumentale ancona lignea. L’itinerario prosegue poi in val Calepio, compresa tra i fiumi Cherio e Oglio. Tra mosse colline si raggiunge Credaro per visitare, nella piccola chiesa di S. Giorgio, un ciclo di affreschi di Lorenzo Lotto; affreschi del Romanino si ammirano poi nel comune di Villongo: dipinti per la cinquecentesca cappella di S. Rocco, sono oggi esposti nell’attigua casa Bonduri. L’itinerario può concludersi a Sàrnico, sul lago d’Iseo. Qui non si segnalano tele preziose, ma la villa Faccanoni, disegnata nel 1912 da Giuseppe Sommaruga, è un raffinatissimo esempio dell’arte liberty. SANTUARI, MONASTERI ED ABBAZIE Nei dintorni del capoluogo Disteso sul fondo di una silenziosa valle poco fuori Bergamo, il monastero di Astino si raggiunge per una strada che ripida e stretta scende il fianco orientale del colle San Vigilio. Lo fondarono all’inizio del XII secolo i monaci di Vallombrosa per custodire una sacra reliquia che i primi crociati portarono da Gerusalemme, ma il monastero (oggi in abbandono) venne fortemente ristrutturato nel 1515 per far posto a un complesso più grande e sontuoso: i lavori, che si protrassero per oltre un secolo, aggiunsero alla chiesa un profondo coro rinascimentale e un chiostro porticato, collegato da un’elegante loggia. Il contrasto tra il paesaggio agrario della piccola valle e le periferie cittadine è certo forte, come forte è quello tra l’antico monastero e la singolare chiesa di Maria Santissima Immacolata, costruita nel 1962- 65 a Lònguelo, frazione del capoluogo.
L’abbazia di Pontida Il giuramento di Pontida è una delle pagine più celebrate dai libri di scuola. Eppure la storia non conferma la tradizione, secondo la quale proprio in questa antica abbazia, il 7 aprile 1167, i rappresentanti della Lega Lombarda strinsero un patto per impedire all’imperatore Federico I Barbarossa di mettere a repentaglio la libertà dei Comuni. È certo invece che il monastero di S. Giacomo Maggiore, fondato nella seconda metà dell’XI secolo e meglio conosciuto come abbazia di Pontida, fu nel medioevo centro economico e culturale di un vasto territorio nella valle dell’Adda. Distrutto dai Visconti nel 1373, fu ricostruito a più riprese a partire dal 1485; della struttura cinquecentesca conserva pressoché intatti due chiostri (nel portico di quello superiore, affreschi di papi dell’ordine benedettino e di personaggi che rinunciarono ad alti onori per l’abito monacale), la sala capitolare (con affreschi del primo ’500) e tre sale, che oggi ospitano il Museo abbaziale. Una scalinata moderna sale alla basilica, rifatta nella facciata e nel campanile agli inizi del XIX secolo. L’interno del monastero conserva però, almeno nel corpo centrale, le forme ogivali dell’architettura trecentesca, mentre alla prima chiesa risalgono due pannelli in pietra scolpita di arte borgognona (fine XI – inizi XII secolo) inseriti nel moderno altare maggiore.
Nel paese del ‘papa buono’ Pochi chilometri separano Pontida da Sotto il Monte Giovanni XXIII, centro rurale conosciuto perché luogo di nascita di Giovanni XXIII – al secolo Angelo Roncalli – papa dal 1958 al 1963. La sua casa natale è meta di pellegrinaggi e molti fedeli visitano anche il museo commemorativo, allestito in quella Ca’ Maitino che fu residenza estiva del prelato durante il periodo cardinalizio. Nella frazione Fontanella la chiesa di S. Egidio, dalla semplice facciata romanica e con affreschi cinquecenteschi nell’interno, è l’unico resto dell’abbazia di Fontanella, fondata nell’XI secolo da monaci cluniacensi.
I santuari di Caravaggio e Treviglio Sarebbe nato qui, nel lontano 1571, Michelangelo Merisi, l’irrequieto e geniale maestro, noto proprio con il nome di Caravaggio, che sottolineava con luci e ombre la drammatica intensità dei suoi dipinti. Ma la fama di questo antico borgo a sud-est di Treviglio si deve soprattutto al santuario della Madonna di Caravaggio, costruito intorno alla metà del XVI secolo nel luogo in cui la Vergine sarebbe apparsa a un’umile contadina. Meta di pellegrinaggi, il grandioso complesso presenta però l’aspetto della ricostruzione voluta da Carlo Borromeo che, iniziata nel 1575, fu ultimata solo agli inizi del XVIII secolo. Anche nella vicina Treviglio la religiosità popolare racconta un miracolo antico: nel 1522 le lacrime uscite da un’immagine della Madonna avrebbero salvato il centro della piana bergamasca dal saccheggio dei soldati francesi. Nel luogo in cui avvenne il prodigio fu iniziato nel 1594 il santuario della Beata Vergine delle Lacrime, ampliato e trasformato agli inizi del ’900.
Un santuario delle valli bergamasche Sebbene derivi da una chiesa plebana dell’XI secolo, è cinquecentesco l’impianto del santuario della Madonna del Castello di Almenno San Salvatore, antico centro disteso sopra un poggio alla destra del Brembo, nel punto in cui la valle Imagna sbocca nella Brembana. Se all’esterno del tempio spicca il marmoreo portale, realizzato nel 1578, particolare è l’interno, diviso in due corpi da una parete affrescata: nel corpo anteriore è un ciborio del XVI secolo; nell’ambiente interno, più antico e decorato di affreschi dei secoli XI-XVI, è custodito un ambone romanico in pietra scolpita. | |
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