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Il territorio in provincia di Bergamo | |||||
Bergamo e la sua provincia possono essere a ragione considerate uno scrigno d’arte, natura e cultura. Posseggono monumenti straordinari, oggetti artistici di singolare bellezza, testimonianze storiche e culturali, incastonate tra colli e montagne. |
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Una continuità armonica e suggestiva che ben si sposa col dinamismo economico-industriale che ha reso il nostro territorio competitivo con le più avanzate regioni europee. Il TERRITORIO La pianura bergamasca Qual è il paesaggio più tipico della provincia di Bergamo? Quello della pianura punteggiata da popolosi centri urbani o quello delle valli prealpine? Quello delle cascine isolate o quello dei centri attrezzati per lo sci? Lo scenario dei fiumi o quello dei morbidi colli attorno al capoluogo, quello della campagna o quello delle industrie? Certo tutti questi insieme e altri ancora. Perché il territorio bergamasco è davvero un mosaico composito di ambienti diversi, dove la natura è stata pazientemente modificata dalla presenza e dalle attività dell’uomo. Si chiama «strada Francesca» l’asse viario che attraversa il territorio bergamasco collegando Canònica d’Adda a Palazzolo sull’Oglio. L’antica strada, tracciata dai Romani e ripresa nel IX secolo dai Franchi – ai quali deve il nome – segna una sorta di confine tra la fascia settentrionale e quella meridionale della pianura, che presentano aspetti diversi. A nord si stende infatti l’alta pianura, o pianura asciutta, caratterizzata da terreni morenici e perciò permeabili. Qui la presenza dell’attività agricola è limitata a rari settori, in cui predominano i campi di cereali (frumento e mais) e la piccola azienda agricola, ancora organizzata in cascine isolate. Evidenti sono i caratteri urbani e industriali del paesaggio, con una diffusione a macchia d’olio intorno ai più popolosi centri di residenze, fabbriche e capannoni. A sud della «strada Francesca » lo scenario cambia: siamo nella bassa pianura, o pianura irrigua, caratterizzata da terreni argillosi, impermeabili, ricchi di risorgive e fontanili. E proprio queste naturali ‘sorgenti di pianura’, che sgorgano dove la superficie del terreno è tanto bassa da raggiungere la falda acquifera, assicurano una buona irrigazione dei campi, con acqua a temperatura pressoché costante in ogni stagione. In questa fascia l’agricoltura è ancora diffusa e predominano le grandi aziende agricole, circondate da estese colture foraggere per l’allevamento del bestiame. I fiumi che attraversano longitudinalmente la pianura bergamasca disegnano poi ambienti e paesaggi del tutto particolari. Se l’Adda e l’Oglio tracciano rispettivamente i suoi confini occidentale e orientale, il Serio ne segna quasi la linea mediana. A tutela delle fasce adiacenti a questo fiume la Regione Lombardia ha istituito nel 1985 il Parco naturale del Serio, che si stende su 7500 ettari da Seriate a Montòdine, alla confluenza del fiume nell’Adda. Un settore a parte è quello tradizionalmente denominato Isola, piccola regione di forma triangolare che s’incunea tra l’Adda e il Brembo. Delimitato a nord da una fascia di colline che culmina nel monte Canto, il territorio deve alla posizione ‘periferica’ rispetto ai principali assi di comunicazione e di commercio la permanenza di caratteri tradizionali, mentre il fascino tutto particolare del paesaggio si deve alla presenza dei fiumi – dell’Adda soprattutto – che scorrono incassati in profondi alvei. I colli di Bergamo La fascia di morbide colline che si stende a nord-ovest del capoluogo fino al monte Canto Alto è stata compresa dal 1977 nel Parco regionale dei Colli di Bergamo. L'area presenta non pochi valori paesistici, ambientali e culturali, ma ciò che più colpisce è l’immediata trasformazione del paesaggio subito fuori le mura cittadine. Se infatti la città si prolunga a sud e a est con periferie che mantengono forti tratti urbani, questi sembrano qui improvvisamente dissolversi. Così, ancora a ridosso della città, si scoprono angoli appartati, vallette discoste, piccoli centri raccolti e silenziosi. Le valli prealpine Se l’industria è il fattore che più di ogni altro ha modificato il volto della fascia pedemontana, il turismo è stato in tempi più recenti l’elemento di trasformazione delle medie e alte valli bergamasche. Così anche nel settore più settentrionale della provincia il territorio è segnato dalla prevalenza di moderni elementi turistico-residenziali, favoriti dalla presenza di vasti ripiani adatti allo sci. Non mancano però angoli e paesi che mantengono i caratteri originari di questo sistema di valli disposto perpendicolarmente alla catena delle Alpi Orobie. Lasciando i percorsi più battuti si scopriranno paesaggi ancora intatti e suggestivi, dove torrenti formano alte cascate e boschi di abeti circondano villaggi con case di pietra e legno. Una gita nei vecchi rifugi è l’occasione per riscoprire i sapori tradizionali e le atmosfere più sincere della montagna bergamasca. Da non perdere la spettacolare gola dell’Enna: nel punto in cui la strada della val Taleggio scende nella verde conca di San Giovanni Bianco, in val Brembana, il torrente scorre per circa tre chilometri tra alte e strette pareti di roccia, solcate da canaloni verticali. I panorami alpini più conosciuti dell’intera provincia sono però quelli del possente gruppo della Presolana, con rupi e pareti dolomitiche di aspra bellezza. Basi di partenza per passeggiate ed escursioni, sono Castione della Presolana e il passo della Presolana, oggi frequentate località di turismo sia estivo sia invernale. SPORT e SALUTE I primi centri del turismo Una tradizione solida quella del turismo nelle valli bergamasche, come conferma la presenza di strutture alberghiere e ricettive risalenti ai primi decenni del ’900. Proprio in quegli anni nascevano infatti centri climatici e di villeggiatura che trasformarono l’economia di molti abitati, dando avvio alle più recenti fortune turistiche. Certo all’inizio erano principalmente le stazioni termali ad essere frequentate come località per rigeneranti soggiorni. Così a Sant’Ombono Imagna ancora si riconoscono le linee eleganti di alberghi costruiti negli anni ’20 e ’30 del ’900 per una clientela raffinata, richiamata qui dalla presenza di una fonte di acque curative. Vera regina delle località turistiche ‘fin de siècle’ è però San Pellegrino Terme, distesa in una verde conca, sulle due rive del Brembo. Mantiene l’impronta liberty di una raffinata ‘ville d’eau’ il centro dell’abitato, la cui fama è legata alle sorgenti di acque minerali, già conosciute nel XIII secolo ma sfruttate solo a partire dal ’700. Anche Trescore Balneario, capoluogo della val Cavallina, è conosciuto per le antiche sorgenti fredde di acqua salso-sulfurea, che alimentano stabilimenti termali. I centri dello sci nelle valli del Brembo Le alte cime del pizzo dei Tre Signori, del Corno Stella e del pizzo Arera dominano maestose il paesaggio alpestre dell’alta valle Brembana. Questa, solcata dai due rami principali del Brembo che confluiscono a Lenna, si apre a ventaglio in una serie di pittoresche vallette discendenti dalle Alpi Orobie. Tra i centri invernali il più frequentato è Fòppolo, disteso in una conca della val Brembana, tra il crinale delle Orobie e i contrafforti del pizzo del Vescovo. Impianti di risalita, alberghi e un proliferare di seconde case hanno trasformato profondamente il volto originario dell’abitato, che ha ormai dimenticato le tradizionali vocazioni agricole e artigianali. Da qui, con una deviazione dalla strada che sale da Branzi, si raggiunge facilmente la piccola località sciistica di San Simone. Dalla strada che risale la valle di Mezzoldo, formata dal ramo occidentale dell’alto Brembo, si raggiunge Piazzatorre, altro frequentato centro di vacanze estive e sulla neve. Anche Cusio, in val Bindo, è frequentato per gli sport invernali, ma il recente sviluppo turistico non ha del tutto cancellato il tradizionale artigianato dell’intaglio del legno. Tra le vecchie costruzioni si nota l’ex Dogana veneta, edificio di origine quattrocentesca che testimonia il ruolo di questa valle come luogo di transito commerciale. Vacanze in val Seriana e val di Scalve Da Nembro, grosso centro industriale nella parte bassa della valle, una deviazione raggiunge Selvino, disteso sul contrafforte che divide la valle del fiume Serio da quella formata dal Brembo. Polo di turismo estivo e invernale in val Seriana è Gromo, che nella parte alta dell’abitato ancora conserva l’aspetto di un borgo medievale; una strada panoramica sale al piano degli Spiazzi, frequentato per lo sci e per le passeggiate. La strada dell’alta val Seriana si conclude a Lizzola, sede del comune sparso di Valbondione, il più esteso della provincia. Meta di soggiorno estivo e invernale l’abitato non ha però cancellato il suo volto tradizionale, tanto che le moderne costruzioni convivono con vecchie case dai tetti in ardesia. Da Clusone, ‘capoluogo’ della media e alta val Seriana, la strada conduce al passo della Presolana, centro di sport invernali ma anche base per escursioni e ascensioni nel gruppo della Presolana. Superato Rovetta, disteso su un altopiano morbidamente ondulato, si raggiunge Castione della Presolana, che con i vicini centri di Bratto e Dorga e la zona sciistica di Monte Pora forma uno dei comprensori sciistici più conosciuti e frequentati della provincia. Dal passo una strada scende ripida e panoramica nella val di Scalve, sorta di ‘corridoio’ tra la valle Seriana e la Valcamònica. Un tempo conosciuta per i giacimenti di ferro e i boschi, si è progressivamente convertita al turismo, come dimostrano anche le case, gli alberghi e le attrezzature sportive di Schilpario, maggiore centro della valle. I laghi di Endine e d’Iseo Un paesaggio naturale per molti aspetti ancora inalterato attornia il lago di Èndine, piccolo specchio d’acqua (km2 2,3) formato dal fiume Cherio nell’aperta e pianeggiante val Cavallina. Monasterolo del Castello, sulla sponda meridionale del lago, deve il proprio nome al vicino maniero, risalente all’anno Mille ma più volte ricostruito. Caratterizza il piacevole borgo lacustre un’interessante costruzione settecentesca che unisce le due piazze del nucleo medievale. In territorio bergamasco è anche la sponda occidentale del lago d’Iseo – o Sebino – che il fiume Oglio forma nel tratto terminale della Valcamònica. All’estremità del lago due cittadine interessanti: a nord Lóvere, ancora con parti medievali e un’importante Pinacoteca, fondata nel 1828 dal mecenate cremasco Luigi Tadini; a sud Sàrnico, il cui compatto nucleo antico ha suggestivi vicoli, con sottopassaggi, loggiati e case a portico. | |
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