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Castelli e fortificazioni nel Comasco | |||||
Sono un altro ingrediente del paesaggio comasco. Oggi non si può parlare di sistema organico di fortificazione, perché ciò che ci è rimasto è una stratificazione di testimonianze che vanno dall'età del ferro all’età moderna. |
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Castelli e fortificazioni Castelli e fortificazioni restano a testimonianza dell’alto valore strategico della zona del lago, confluenza di strade da ben quattro valichi alpini: Stelvio, Bernina, Maloia e Spluga. Nel Medioevo la necessità di difesa delle comunità rurali contro le scorrerie provenienti da nord e dai Grigioni porta alla costruzione dei primi Castelli di Comunità, sostituiti successivamente dai Castelli a recinto delle famiglie feudali. Ma con l’epoca delle Signorie la fortificazione del territorio comasco entra in una logica di assai più ampio respiro. Le città di Milano, Como, Lecco, Bergamo, e perfino la Repubblica di Venezia hanno interessi difensivi in questa zona. Nel 1100 Federico Barbarossa fa costruire, a difesa della città di Como, la grande fortificazione che ancora oggi delimita il centro storico (città murata) e che è possibile ammirare nella sua interezza dall’alto del paesino di Brunate. Numerosi anche i castelli intorno a Como. I castelli di Rezzonico, di Musso, di Corenno Plinio, di Vezio, di Spurano, di Lecco, le torri di Lenno, di Bellagio, di Crebbio, di Mandello del Lario, le fortificazioni dell’Isola Comacina e il castello Baradello a Como, ci parlano di secoli turbolenti e di lotte per la supremazia del territorio. Fino all’ultimo dei grandi forti storici, Il Castello di Fuentes, eretto dagli spagnoli all’inizio del 1600 sull’altopiano che prende il nome di Pian di Spagna, come baluardo di difesa settentrionale contro i Grigioni. Purtroppo di molti di questi castelli non restano ormai che alcune rovine, ma vale la pena visitarle per il fascino che emanano e per la posizione spesso privilegiata sul lago. Castello di PomerioIn un antico volume manoscritto delle Genealogie, conservato dal conte Antonio Parravicini da Parravicino, sta scritto che il vescovo Beltramino Parravicini fu fondatore dei castelli di Casiglio e Pomerio nella pieve di Incino. Nel 1647 passò agli Archinto. L'ingresso originario, sulla provinciale Erba-Como, rappresenta la parte più antica: consiste in un avanzo di torre stile lombardo con la porta simile a quella della rocca di Vill'Incino ritenuta anteriore al secolo XI. Il castello nel corso degli anni ha subito diversi rifacimenti e trasformazioni. La facciata occidentale mantiene l’originale aspetto gotico trecentesco sebbene ristrutturata all’inizio del XX secolo. Al primo e al secondo piano si possono ammirare pregevoli affreschi trecenteschi recanti lo stemma dei Parravicini e quello dei Carpani. Per qualche tempo fu adibito anche ad albergo. Castello di CarimateCerta è l’esistenza di un castello nel 1149 che venne distrutto nella guerra tra Milano e Como e che Luchino Visconti fece ricostruire a più riprese, con aggiunte e integrazioni, a partire dal 1345 chiamandolo “Cittadella”. Una quarantina d’anni più tardi, il castello passò a Caterina Visconti, che lo dotò di un fossato perimetrale e costruì il ponte levatoio. Un primo restauro venne intrapreso nel 1481, ad opera di Lancellotto Visconti e alla morte dell’ultimo proprietario, Ludovico Visconti, tutti i beni furono acquistati da Cristoforo Arnaboldi, che fece della costruzione la sua residenza. Egli intraprese un’opera di restauro dell’edificio in forme neogotiche, riqualificando gli interni e gli arredi con gusto eclettico. Fino agli anni 60 del secolo scorso fu luogo di villeggiatura della famiglia Airoldi. Attualmente ospita un Hotel a 4 stelle.
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