Villa di Maser |
|
||||||||
via Cornuda , Maser - 31010 (TV) | |||||||||
Tel:
Registrati Fax:
Registrati Email:visite@villadimaser.it Sito web |
|
|
Prezzi
|
€ Prezzo intero: €4.50 - €9.00 |
La cinquecentesca Villa di Maser, dichiarata nel 1996 patrimonio dell’Umanità UNESCO, è un luogo magico. Straordinario concentrato di arte, cultura e paesaggio in cui hanno trovato perfetta armonia le realizzazioni di tre massimi artisti del tempo: Andrea Palladio, che nel XVI secolo rivoluzionò il modo di concepire l’architettura, Paolo Caliari detto il Veronese grande maestro del rinascimento veneziano, con la sua straordinaria pittura di luce che qui raggiunse vertici assoluti, e lo scultore Alessandro Vittoria che, formatosi presso la bottega del Sansovino, lasciò memorabili testimonianze della sua arte nella città lagunare, concependo a Maser - e realizzando in gran parte - la complessiva decorazione a stucco.
Progettato da Andrea Palladio, probabilmente a partire dal 1550, per l’umanista Daniele Barbaro e suo fratello Marcantonio Barbaro ambasciatore della Repubblica di Venezia, l’edificio venne realizzato trasformando il vecchio palazzo medievale, nella tenuta agricola della famiglia, in una splendida abitazione di campagna, consona allo studio delle arti e alla contemplazione intellettuale. Immersa dunque nelle colline dell’asolano tra distese di vigneti, la spettacolare villa veneta – arricchita da un bellissimo Ninfeo con le sculture del Vittoria, dal Tempietto palladiano, ultima opera del grande architetto insieme al Teatro Olimpico, e completata dalle adiacenze rustiche - conserva tutto il fascino della sua destinazione originaria: raffinato luogo d’arte e sapere e azienda agricola, tuttora abitata dai proprietari che, nella storica cantina, producono vini di grande pregio.
La villa sorge a mezza costa sui colli, poco lontano da una sorgente che secondo la tradizione fu un luogo di culto e forse anche sede di un tempio. Palladio sfruttò abilmente la posizione e l’orografia del terreno e inserì importanti innovazioni tecnologiche, giungendo con la Villa di Maser alla definizione di una nuova tipologia di edificio di campagna. Per la prima volta, nelle ville cinquecentesche e nelle sue opere, la casa dominicale e le barchesse sono allineate in un’unità architettonica compatta. Il corpo centrale, nonostante sporga notevolmente rispetto le ali, se osservato frontalmente sembra infatti rientrare dolcemente nel fronte dei portcati, mentre un effetto particolarmente dinamico risulta evidente dalla strada in leggera curva ai piedi del colle. L’architetto vicentino poi, con un’invenzione che si richiama all’idraulica romana antica, scava sulla parete del colle un Ninfeo con una peschiera, dalla quale grazie a un sofisticato sistema idraulico l’acqua viene trasportata negli ambienti di servizio e raggiunge giardini e brolo. Si tratta di differenze marcate rispetto alle altre realizzazioni palladiane, che si devono in parte anche al rapporto fra l’architetto e una committenza d’eccezione. Daniele Barbaro, Patriarca di Aquileia, fine umanista e studioso di filosofia, matematica, ottica e botanica e traduttore di Vitruvio, e il fratello Marcantonio, politico, amministratore e fine intenditore d’architettura, fecero diversi viaggi di studio a Roma con Palladio stesso, visitando gli antichi monumenti al fine di concepire assieme quella che sarebbe diventata la Villa di Maser e il suo significato umanistico e sacrale.
All’interno della villa Paolo Veronese realizza la sua più celebre impresa decorativa e quello che è considerato uno dei più straordinari cicli di affreschi del Cinquecento veneto. Il ciclo si sviluppa nelle sei sale del piano nobile della villa, adeguandosi perfettamente al misurato gioco di spazi e di luci che caratterizza gli eleganti interni ideati da Palladio.
La straordinaria forza e la qualità dello spazio illusionistico che si sovrappone a quello palladiano mette in evidenza la strettissima affinità sia spirituale sia culturale tra decorazione e ideazione architettonica, frutto probabilmente di un’attenta regia da parte dei dotti committenti che assieme agli artisti elaborano il progetto unitario per gli affreschi della villa, incentrato sull’esaltazione dell’armonia del cosmo, retto dalla Divina Sapienza che si esprime in amore, pace e fortuna.
In tale contesto, Veronese non si fa assolutamente limitare dalla rigidezza del dettato iconografico e libera la sua fantasia, raggiungendo proprio a Maser uno dei punti più alti della sua poesia figurativa. Qui le immagini lasciano trasparire la sua capacità di rendere vivi e vitali anche le raffigurazioni più complesse “in uno sfolgorio abbacinante di luci e colori”. Veronese amò a tal punto la sua opera, da lasciarvi qui rappresentato il suo stesso Autoritratto.
Nella Sala dell’Olimpo, cuore della struttura architettonica dell’edificio, il pittore mette in scena le divinità mitologiche insieme alla Divina Sapienza, ma vi sono anche le allegorie dei quattro elementi e delle quattro stagioni e immagini di valore decorativo dal gusto classicheggiante. Affreschi di straordinaria potenza, in cui Veronese si richiama alle fonti primarie del manierismo tosco-emiliano senza mai rinunciare a concessioni nei confronti di un realismo più diretto e vitale, ben successiva denominata Tribunale dell’Amore. Infine, prospicenti al Ninfeo, vi sono la cosiddetta Stanza del Cane - che deve il nome a un piccolo canino dipinto sulla parete sinistra entrando - e la Stanza della Lucerna dedicate entrambe a elementi iconografici legati alla tradizione cristiana.
Quella di Maser è per Paolo Veronese un’esperienza decisiva: “il suo colorismo – come notò Pignatti - ha modo di rivelarsi in tutta la sua classicità distaccata ed apollinea”. Con estrema libertà, l’ultimo grande esponente del Rinascimento italiano, sviluppò nella villa dei Barbaro le suggestioni provenienti dal mondo manierista romano raggiungendo, nella limpida chiarezza degli interni palladiani, quell’olimpica classicità di disegno e colore la cui sintesi gli indicherà ormai la strada della piena maturità.
Orari di Apertura
MARZO
Martedì, gioverdì, sabato 10.30-18
Domenica e festivi 11-18
DA APRILE A OTTOBRE
Da martedì a sabato 10-18
Domenica e festivi 11-18
DA NOVEMBRE A FEBBRAIO
Sabato, domenica e festivi 11-17
Chiuso dal 9 dicembre al 31 gennaio
Aperto nei week end non festivi tra Natale e l'Epifania: 27/12/2015, 2 e 3 /1/2016
CHIUSO
Il giorno di Pasqua.
Dal 9 Dicembre al 5 Febbraio.
Aperto nei week end non festivi tra Natale e l'Epifania: 27/12/2015, 2 e 3 /1/2016.
Monastero dei Santi Gervasio e Protasio | |
Piazza Fiume 64, San Giacomo di Veglia (TV) |
Monte di Pietà | |
piazza Monte di Pietà 2, Treviso (TV) |
Oratorio dei Santi Lorenzo e Marco dei Battuti | |
piazza Tiziano Vecellio , Vittorio Veneto (TV) |
Palazzo Scotti | |
via Giuseppe Toniolo 41, Treviso (TV) |
Sala del Capitolo dei Domenicani | |
piazzetta Benedetto XI 2, Treviso (TV) |
Provincia di Treviso | |
Turismo a Treviso | |
Regione Veneto | |
InfoDolomiti | |
Veneto tra terra e cielo | |
Rovigo Turismo | |
Turismo a Padova | |
Verona tutt'intorno | |
Turismo a Venezia | |
Turismo Belluno |