A Pontremoli nella chiesa della SS. Annunziata (XV-XVI sec.) a una navata, vi è un tempietto marmoreo di Jacopo Sansovino, una tavola di Luca Cambiaso ed un polittico del genovese Giacomo Serfolio. In San Francesco un bel bassorilievo policromo (Madonna col Bambino) attribuito a Agostino di Duccio (sec. XV). Neoclassica e dovuta a Vincenzo Micheli, cui si devono molti edifici pubblici costruiti nel XIX sec., è invece la facciata della cattedrale (1636-1687).
Sculture longobardo carolinge sono custodite nella pieve protoromanica di Codiponte a 1,5 km da Casola. Nella chiesa di San Remigio a Fosdinovo si trova un mirabile sepolcro marmoreo di Galeotto Malaspina (XIV sec.).
L'arte per comune consuetudine è solitamente identificata con la scultura e la pittura, ma è naturalmente estendibile all'architettura: la provincia di Massa-Carrara oltre che di mirabili chiese, è ricchissima, specie in Lunigiana, di rocche e castelli, esempi di ingegneria militare, ma anche di edilizia civile laddove essi rappresentano non solo luoghi ove vivere al sicuro, ma anche spazi e servizi quanto mai confortevoli.
Centosessanta i manieri censiti: taluni mirabilmente restaurati, altri solo tracce di ciò che furono in questa terra ove si avvicendarono gli Obertenghi e i Vescovi-Conti di Luni, i d'Este, i Pisani ghibellini, i Malaspina. E poi ancora i Visconti, i Lucchesi, i Campofregoso di Genova, gli Sforza, i Medici, per parecchi secoli gli altalenanti Malaspina e poi i Cybo; dove terre e castelli furono contesi dai maggiori condottieri e capitani delle rispettive epoche: da Federico Barbarossa a Castruccio Castracani a Giovanni dalle Bande Nere.
E sicuramente di arte si può parlare pensando alle grandi residenze che uomini più o meno illuminati, ma comunque amanti del lusso e del bello, fecero edificare; opere che restano a testimoniare un passato di volta in volta cupo e splendente.
Elegantissima la residenza gentilizia di campagna del penultimo marchese Malaspina di Fosdinovo, a Caniparola (XVIII sec.). Se Michel de Montaigne doveva rilevare la somma, a Pontremoli, nel '500, "d'antichi edifizi non molto belli", una successiva visita l'avrebbe certo fatto ricredere.
Nel Seicento sorgono il Palazzo Negri decorato da Alessandro Gherardini e Giovan Battista Natali; l'antistante Palazzo Maracchi (alcova affrescata da Francesco Natali), i Palazzi Parasacchi e Cavalli. Del secolo seguente la residenza cittadina dei Dosi dovuta a Giuseppe Antonio Natali al cui casato, così ricco di talenti, verrà concesso (1773) il titolo di marchese.
Ecco poi profilarsi, nell'attuale via Garibaldi, il severo Palazzo Zambeccari poi Venturini, i Palazzi Caimi, Curini-Galletti in via Mazzini e Damiani in via Cocchi. Sarà Niccolò Contestabili ad affrescarne una stanza con la favola di Niobe. Del 1781 il rifacimento del Palazzo Ricci Armani.
Il Palazzo Pavesi (nel 1730 rinnovato ed ampliato) ha una galleria lunga quanto l'intero fabbricato ed alta sette metri affrescata da Giovanni Battista Natali, originale gran parte degli arredi; così per il Palazzo Bocconi ora Zucchi Castellini. Di straordinaria scenografica raffinatezza la Villa Dosi ai Chiosi (fine XVII sec.).
A Comano c'è la Pieve di Crespiano di stile romanico, la cui prima citazione ufficiale risale al 1143 in una bolla di Papa Eugenio III.
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