L'interno della Cattedrale di Cremona
La zona presbiteriale
Se si vuole continuare l'analisi della decorazione pittorica bisogna ora passare direttamente nella zona presbiteriale che ben esemplifica la lunga e complessa stratificazione dei vari interventi artistici presente nel Duomo a partire da alcuni lacerti di affreschi rivelati proprio dall'ultima campagna di restauri come la porzione di un Martirio di S. Sebastiano visibile sull'arcone tamponato di destra.
Di interesse non solo storico-documentario sono, invece, le due scene rettangolari collocate ai lati della grande pala d'altare e sotto le finestre aperte ex-novo, come già detto, nel 1573 nell'abside maggiore, modifica quest'ultima che aveva purtroppo dovuto sacrificare due scene già realizzate dal Boccaccino, il Battesimo di Cristo e l'ingresso in Gerusalemme; gli artisti chiamati a ripristinare le scene, ovviamente spostandole più in basso, furono due nomi simbolo della pittura cremonese della seconda metà del '500 visto che al pennello di Bernardino Campi si deve la scena di destra (Ingresso in Gerusalemme) datata al 1573, mentre nell'estate del 1582 Antonio Campi realizzò la scena di sinistra cambiando però l'iconografia preesistente e scegliendo la Storia del servo del centurione. In un contesto già così storicizzato tra il 1830 ed il 1834 fu deciso comunque, sempre con l'obiettivo di aggiornare ai nuovi gusti allora imperanti il monumento, l'inserimento di altre quattro scene (Benedizione dei fanciulli, Consegna delle chiavi a Pietro, Incredulità di S. Tommaso, Apparizione degli angeli dopo l'Ascensione) affidate a Giuseppe Diotti, la personalità di maggior spicco del primo Ottocento cremonese, già direttore dell'Accademia Carrara di Bergamo e che, dopo aver lavorato dal 1813 al 1826 nel vicino palazzo Mina Bolzesi, lasciava così in città il segno più importante della sua attività in campo religioso.
Passando ora ad esaminare gli arredi mobili della zona presbiteriale si può iniziare dalla grandiosa ancona in legno, opera di Domenico Capra e Paolo Maltempo (1573), che racchiude l'Assunta, opera estrema di Bernardino Gatti da lui iniziata nel 1575, ma rimasta incompleta a causa della morte come mostra la presenza nella parte bassa del dipinto di solo sei apostoli; sotto l'ancona è collocato il bel coro canonicale, a due ordini di stalli, stupefacente opera di intaglio ed intarsio ligneo di Giovanni Maria da Piadena, detto il Platina eseguito tra il 1483 ed il 1490 che nei suoi preziosi dossali alterna a più consuete scene di nature morte, in cui appaiono anche vari strumenti musicali, fedeli vedute di Cremona quale si presentava alla fine del '400 (da notare in una tarsia di sinistra la riproduzione della piazza e della facciata della cattedrale prima della importante riforma cinquecentesca). Anche l'altare maggiore nasce dalla modifica dell’antica mensa scolpita da Sebastiano Nani nel 1573 a cui G.B. Zaist sovrappose, nel 1732, una elegante alzata in marmi policromi e finiture in bronzo. Chiude questa bella serie di emergenze artistiche la grande facciata dell’organo realizzato da Giuseppe Sacca su disegno di Giulio Campi che è fronteggiato dalla cantoria, opera di Bartolomeo Vianini e Paolo Sacca del 1569. |